XXV.

3299 Words

XXV. Una debole luce dalla finestra dell’ufficio di Quilp sul molo, e infiammata e rossa a traverso la nebbia notturna come un occhio che ne soffrisse, avvertì Sansone Bronzi, mentre s’avvicinava al casotto di legno con cauto passo, che l’eccellente proprietario, il suo egregio cliente, era dentro, e probabilmente aspettava con la solita pazienza e dolcezza di carattere l’adempimento della promessa che ora portava nel suo bel dominio l’avvocato. — Che luogo traditore quando ci si cammina la notte al buio, — mormorò Sansone, inciampando la ventesima volta su qualche pezzo di trave in giro, e zoppicando penosamente. — Io credo che il garzone sparga delle assi in terra in maniera diversa ogni giorno, a bella posta per storpiare qualcuno; salvo che non lo faccia il padrone con le sue mani st

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