5 ASTRID «Um… cosa?» Lui fece un passo verso di me. Io indietreggiai. Fu più l’espressione predatoria e intensa nel suo sguardo a farmi esitare. Voleva baciarmi? Me? Quella con la farina in faccia, una macchia di lampone sulla maglia e che sbottava stronzate? Indietreggiai ancora una volta e mi scontrai con la porta chiusa. Non avevo paura di baciarlo. Il contrario, in realtà. E se mi fosse piaciuto? Dio, non se. Ovvio che mi sarebbe piaciuto. Lui si sporse, poggiando gli avambracci accanto alla mia testa. Era vicino, così vicino che ogni volta che traevo un respiro, i miei seni gli sfioravano il petto. Dovetti piegare indietro il mento per guardarlo e ciò che vidi… Ma esisteva davvero? C’era qualcosa nei rossi, nei ragazzi coi capelli come i suoi. Le ciocche che si arricciavano. Rib