Ho detto che l’unica persona da cui avevamo ricevuto qualche segno di comprensione nei nostri tentativi di andarcene era il giovane capo che avevamo liberato. Quella sera, dopo il crepuscolo, scese al nostro piccolo campo e mi porse (per qualche ragione aveva sempre rivolto a me le sue attenzioni, forse perché ero l’unico a essergli vicino per età) un piccolo rotolo di corteccia d’albero, e poi, indicando solennemente la fila di caverne sopra di lui, si era messo un dito sulle labbra per raccomandarci il segreto ed era ritornato, furtivo com’era venuto, tra la sua gente. Accostai la striscia di corteccia alla luce del fuoco e la esaminammo insieme. Era grande circa un piede quadrato, e sulla parte interna erano tracciate delle linee disposte in modo strano. Erano disegnate accuratamente