Capitolo 15

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15 REBECCA Il rinculo non fu esagerato, ma il dolore sulla spalla già livida mi fece sibilare. Mi fischiavano le orecchie. Sfortunatamente, quando avevo chiuso gli occhi, avevo spostato il fucile e avevo fatto saltare via un pezzo della ringhiera del porticato con lo sparo. «Diamine,» borbottai, ricordandomi di quanto mio fratello aveva imprecato quando si era sentito male sulla nave attraverso l’Atlantico. Due spari. La gente sarebbe dovuta accorrere con due spari. Quando sentii Laurel urlare di dolore, seppi che avrei dovuto sparare una terza volta per segnalare un’emergenza. Quella era un’emergenza. Partorire un figlio con me come unica aiutante era una maledetta emergenza. Sollevai rapidamente l’arma, andai sul bordo della veranda, mirai al cielo e sparai. Nulla. L’arma era scarica

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