XXX. LA LETTERA DALLA NAVE-2

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Mi trovavo in quello stato d’animo e il mio spirito era sopraffatto da un sentimento di paura e dalla sensazione che ci fossero dei nemici nascosti, quando vidi Alan che ritornava dall’aver seguito Giacomo e che camminava da solo fra le dune. Indossava il suo cappotto militare ed era molto bello, ma non potei fare a meno dal rabbrividire al pensiero che quella divisa gli sarebbe servita assai poco se fosse stato afferrato, scaraventato in una barca e portato a bordo del Seahorse, lui un disertore, un ribelle e ora anche un imputato d’omicidio. «Ecco», feci, «ecco l’uomo che ha più diritto di aprirla; e se non lo riterrà giusto non la aprirà». Lo chiamai allora per nome e tutti e due ci alzammo per farci vedere. «Se le cose stanno così, se si tratta di un altro malanno, lo potrai tollera

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