XI.

1865 Mots

XI. La sera, feci una breve passeggiata sulle spiaggie di Reykjawik, e ritornai di buon’ora a coricarmi sul mio letto di grosse tavole, dove dormii profondamente. Quando mi destai udii mio zio parlare copiosamente nella vicina stanza. Mi alzai e m’affrettai a raggiungerlo. Egli conversava in danese con un uomo d’alta statura e di forme vigorose, che pareva dotato di una forza poco comune. I suoi occhi, aperti sopra un testone molto ingenuo tiravano all’azzurro, e mi avevano l’aria d’essere intelligenti. Lunghi capelli che sarebbero passati per rossi anche in Inghilterra, ricadevano sulle sue atletiche spalle. Questo indigeno aveva movenze agili, ma teneva immobili le braccia da uomo che ignorasse o sdegnasse il linguaggio dei gesti. Ogni cosa rivelava in lui un’indole perfettamente sere

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