VII.

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VII.«Era mezzanotte passata», disse il dottore, «quando ebbi finito di decifrare lo scritto. Corsi immediatamente dal signor Keller che non era ancora coricato e andammo insieme all’Obitorio. Conoscevo l’ingresso privato del supervisore e mi riuscì di svegliarlo senza perder tempo. Nell’eccitazione del momento parlai del risveglio in tono tale da farmi sentire dagli inservienti. Tutti ci seguirono nell’obitorio, all’altra estremità del fabbricato. Non so descrivervi quello che vedemmo al nostro arrivo. Ero in tempo per prendere le misure opportune per la signora Wagner, e per riportarla senza problemi a casa Keller. A questo punto speravo che le mie angosce fossero finite, ma m’ingannavo». «Vi riferite alla signora Fontaine?» «No, mi riferisco a Jack. La fedeltà ignorante del povero pazz

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