Khalid lo osservò raddrizzare le spalle e sollevare il mento. Era un linguaggio del corpo che conosceva bene e che era solito usare da bambino quando gli ordinavano di fare qualcosa che non voleva.
Marc era così trasparente da non riuscire a nascondere quello che sentiva, tuttavia lui era determinato a sposarlo. Meglio ancora se fosse riuscito a persuaderlo.
“Gli sceicchi di Shajehar hanno la fama di sposarsi soltanto per il loro piacere.” Gli spiegò omettendo volutamente di menzionare i tentativi di Faruq alcuni mesi prima di negoziare una unione tra lui e un principe di uno stato vicino. Ovviamente si era opposto subito alla cosa visto che aveva deciso che non si sarebbe sposato mai più.
Fino a quel momento.
Ma adesso era diventato un passo necessario. Doveva compiere il suo dovere nei confronti di suo figlio e il fatto che questa scelta implicava il matrimonio con Marc lo rendeva intimamente sereno.
“Nessuno crederà che mi vuoi veramente.” Disse lui senza smettere di lavorare.
Il sole che tramontava conferiva ai suoi capelli una sfumatura d’oro antico e sottolineava il suo corpo muscoloso il giusto ma con curve morbide tipiche degli omega. Khalid sentì una vampata di calore al ricordo di quelle gambe la notte in cui lo aveva posseduto per la prima volta, del suo corpo che prendeva vita per la prima volta al tocco delle sue mani esperte.
Probabilmente questa volta non si sposava per amore, però non aveva dubbi che volesse quel matrimonio. Voleva Marc. In quelle terribili settimane in cui era salito al trono gli era mancato moltissimo più di quanto in effetti avrebbe dovuto.
Com’era possibile che gli fosse mancato un’omega con cui era andato a letto soltanto una volta?
No, quello sarebbe stato anche un matrimonio di piacere, e Marc lo avrebbe scoperto quanto prima.
“Nessuno oserà mettere in discussione la mia scelta. Quando ti vedranno capiranno perché ti desidero.”
Marc si voltò a guardarlo, i suoi occhi nocciola erano spalancati per la sorpresa… e anche per qualcos’altro. Probabilmente paura.
“Alla gente basterà un’occhiata per capire che si tratta di una menzogna.”
Si era mai guardato allo specchio? Era consapevole del suo corpo erotico e sensuale? Della sua naturale eleganza? si chiese Khalid. Ci sarebbe voluto un attimo per stringerlo a sé e mostrargli quanto lo desiderasse. A ogni modo l’angoscia sul suo volto lo bloccò. Capiva che per lui quella situazione era particolarmente difficile: era incinto, si trovava in un paese straniero e con la prospettiva di un matrimonio. Doveva procedere con più cautela.
“Gli abiti si possono cambiare.” Gli disse intanto che nella sua mente prendeva forma l’immagine di Marc nudo, davanti a lui per il suo diletto personale. Trattenne il respiro di fronte alla potenza di quella visione e prima che le buone intenzioni lo abbandonassero aggiunse: “Avrai il rispetto e la considerazione dovuta al tuo rango e in quanto mio sposo. Nessuno potrà avere dubbi al riguardo.”
“Vorrai dire il rispetto che merita il tuo omega e il padre di tuo figlio.”
“Anche questo. Ti posso promettere rispetto e lealtà. È un’offerta così disdicevole? Che cosa ti aspetta a casa di così allentante da impedirmi di decidere di iniziare una nuova vita qua nello Shajehar?”
Khalid non aveva bisogno di aggiungere altro. La verità era lì davanti a loro. Non c’era niente e nessuno che l’aspettava in Australia, se non disoccupazione, solitudine e tutti i problemi di un genitore single.
“Però non abbiamo nulla in comune noi due.” Ribatté Marc alla fine con le labbra serrate.
Lui represse un sorriso. Aveva vinto anche se lui si rifiutava ancora di ammetterlo. Evitò di menzionare la loro esplosiva compatibilità sessuale; ci sarebbe stato tempo per quello una volta che fossero stati sposati. Non vedeva l’ora che arrivasse il giorno in cui finalmente avrebbe potuto soddisfare il desiderio che provava prepotente tutte le volte che era con lui.
“Costruiremo il nostro rapporto con il tempo. Per ora abbiamo il nostro bambino e la nostra onestà. È già un inizio migliore di molti altri.”