Capitolo 20

733 Parole
Khalid lo condusse all’interno del palazzo attraversando alcuni giardini dal profumo intenso. Marc aveva la bocca secca e il fiato corto. Quella era la loro prima notte di nozze e il suo splendido marito lo stava portando a letto. Era nervoso e eccitato allo stesso tempo. Non doveva essere così; quello era un matrimonio di convenienza. Eppure, sentendo lo sguardo di Khalid su di sé simile a una carezza ammise di volere disperatamente qualcosa di più. Voleva suo marito. “Dove siamo?” gli chiese notando che si trovavano in una parte del palazzo che non conosceva. Khalid aprì una doppia porta decorata e si scostò per farlo passare. Lui entrò in una grande vestibolo pieno di archi. “I nostri appartamenti.” Gli sussurrò Khalid alle spalle facendolo sussultare. “Siamo nel cuore del vecchio palazzo.” “I nostri appartamenti?” ripeté Marc cogliendo solamente quelle due parole. “Ma io ho già le mie stanze. Mi ci sono appena trasferito!” il giorno stesso in cui aveva accettato di sposarlo. Khalid lo prese per un braccio e lo fece avanzare. “Questo era prima del matrimonio. Adesso non sarebbe opportuno vivere in parti separate del palazzo.” Attraversarono un grande salone, poi un salotto più piccolo e intimo dopodiché si trovarono di fronte un’altra porta in legno finemente decorata in metallo. Si fermarono e Marc restò paralizzato dallo shock quando lui si portò la sua mano alla bocca baciandogliela con tenerezza. “Hai affrontato egregiamente tutte le formalità.” Gli disse con un tono vellutato. “Grazie.” Rispose lui con voce insolitamente roca. “Non ce l’avrei fatta senza tua zia. Zeinab mi ha aiutato a prepararmi per questo giorno e mi ha dato lezioni della vostra lingua. Mi ha anche fatto incontrare alcuni suoi amici così oggi conoscevo già qualcuno, il che ha reso tutto più facile.” “A ogni modo sei stato tu a fare magnificamente la tua parte.” Le parole di Khalid ricordarono a Marc che quella era tutta una farsa. La realtà era che Khalid non lo voleva. Erano due sconosciuti che si erano appena uniti in matrimonio.   “Questa è la tua stana. Spero che ti troverai a tuo agio.” Gli disse Khalid chinando la testa in un gesto di regale cortesia. Quelle parole sembrarono artificiali persino a lui stesso. Non era certo così che alfa parlava all’omega diventato suo marito soltanto poche ore prima. Ma era solo trincerandosi dietro la formalità che poteva mantenere le distanze da Marc. Maledizione, si era immaginato in modo ben diverso la loro prima notte di nozze. La verità era che avrebbe voluto farlo suo lì, contro la porta con l’urgenza di quelle sei settimane di attesa. Scosse la testa e osservò la confusione nei suoi occhi e le labbra che gli tremavano. Era ovvio che fosse nervoso. Quale sposo non lo sarebbe stato il giorno delle sue nozze? “Hai l’aria stanca. Credo tu abbia bisogno di riposare.” Gli disse pronunciando quelle parole controvoglia. Si rendeva perfettamente conto che era esausto, anche se Marc non lo avrebbe mai ammesso, e sarebbe stato un bruto a pretendere ora un’intimità con il suo sposo. Si era dimenticato quanto potessero essere sfibranti le celebrazioni reali per chi non era abituato, tanto più per un’omega nella fase iniziale di una gravidanza e isolato in un paese straniero. Avrebbe dovuto aspettare, almeno per quella notte. “Suona il campanello se hai bisogno di qualcosa.” Marc lo fissò con i suoi enormi occhi nocciola. “Tu non ti fermi?” gli chiese con voce malferma. “Non devi stare qua… per un po’?” “Non preoccuparti, non tornerò alla festa subito.” Una lunga nuotata in piscina lo avrebbe sicuramente aiutato a placare quel soverchiante desiderio di lui. “Domi bene, piccolo.” Marc entrò affranto nella sua nuova camera senza quasi rendersi conto dell’arredamento elegante. si lasciò cadere su un divano portandosi le ginocchia al petto, incurante della preziosa stoffa del completo. Ma perché era così sconvolto? Aveva sempre saputo che lui e Khalid non sarebbero mai stati una vera coppia, eppure il suo rifiuto gli aveva lacerato il cuore. Del resto, che cosa si era aspettato? Che a Khalid bastasse un’occhiata al suo nuovo aspetto per desiderare qualcosa di più dalla loro unione? Impossibile. All’improvviso quel matrimonio di facciata gli parve una condanna senza fine.
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