L’avvocato Buzfuz si levò allora con tutta la maestà e la dignità che la grave natura dei procedimenti esigeva, e dopo aver brevemente confabulato con Dodson e bisbigliato due parole a Fogg, si tirò la toga sulle spalle, si acconciò la parrucca, e volse la parola al giurì. L’avvocato Buzfuz incominciò dal dire, che mai, nell’intero corso del suo esercizio professionale – mai, dal primo momento della sua applicazione allo studio e alla pratica della legge – aveva egli preso a trattare una causa con sentimenti di così profonda emozione o con un senso così grave della responsabilità impostagli – una responsabilità, aggiungeva, ch’ei non avrebbe mai potuto sopportare, se non fosse stato sorretto e sostenuto da un così profondo convincimento, da equivalere alla positiva certezza che la causa d