– Che vuol dire cotesta insolenza? – esclamò il signor Tupman, balzando in piedi. – Uscite, signore, uscite! – Ohe! – fece il signor Grummer ritirandosi in fretta verso la porta ed aprendola appena di un pollice o due; – Dubbley! – Presente, – rispose una voce cupa dal fondo del corridoio. – Avanti, Dubbley, – comandò il signor Grummer. Alla parola di comando, un uomo dal viso sudicio, alto un sei piedi e robusto in proporzione, si spremette tra lo stipite e la porta semiaperta, facendosi rosso come un tacchino, ed entrò nella camera. – Son fuori gli altri uomini, Dubbley? – domandò il signor Grummer. Il signor Dubbley, che era un uomo di poche parole, accennò di sì col capo. – Fate avanzare la divisione sotto i vostri ordini, Dubbley, – disse il signor Grummer. Il signor Dubbley e