Non riuscivo a camminare talmente ero spossata ma giunsi comunque in camera di mio padre. Presi Livia dal cesto in cui dormiva e feci del rumore che svegliò mio padre ancora assonnato disse: «Sei tornata, tutto apposto? Ti sei divertita?» Gli risposi: «Sì… sì… tranquillo continua a dormire. Buonanotte.» Gli diedi un bacio sulla fronte e uscii dalla stanza. Tornai da Vegard che nel frattempo aveva provveduto ad accendere la torcia, desiderava che il primo incontro con sua figlia fosse ben visibile. Ero ferma sull’atrio della porta e tenevo Livia stretta a me, mi raggiunse emozionato. Quando gli consegnai sua figlia, la portò delicatamente al suo petto, era impacciato e non sapeva come comportarsi con quell’esserino così piccolo che nelle sue mani sembrava un pulcino. Livia aveva