Capitolo 2: L’Ingresso di Sergio, l’Uomo dal Mistero

488 Parole
La pioggia batteva un ritmo più incalzante, ipnotico, quando un suono crudo squarciò il silenzio sacro della libreria: il campanello sopra la porta. Daniele sollevò lo sguardo, le dita che si stringevano involontariamente ai braccioli della poltrona. Dall'ingresso, avvolta nelle pieghe umide della notte, una figura emerse. Era un uomo, alto e scultoreo, il suo lungo cappotto nero grondante di pioggia come una seconda pelle lucida. Le gocce che cadevano dal tessuto sul legno antico sembravano battiti di un cuore appena risvegliato. Ma furono gli occhi a trafiggerlo. Due pozzi di un verde abissale, magnetici, in cui Daniele sentì l'istinto primordiale di perdersi. Erano occhi che sembravano conoscere il peso del buio e il sapore dei segreti. "Buonasera." La voce dell'uomo era un basso profondo, una vibrazione che si insinuò sotto la pelle di Daniele più di un tocco fisico. "Buonasera," riuscì a rispondere Daniele, la sua voce un soffio. "Cercava qualcosa di specifico?" L'uomo—Sergio, si presentò con un nome che suonò come una confessione—si mosse con una grazia felina. Le sue dita, lunghe e sottili, sfiorarono il bordo di una libreria come se accarezzassero il fianco di un amante. "Mi hanno detto che qui si custodiscono oggetti... particolari," sussurrò, e in quella parola, 'particolari', Daniele sentì un mondo di significati nascosti: desiderio, ossessione, una fame per l'inosservato. "Dipende da cosa intende per particolare," replicò Daniele, sentendo un calore insolito salirgli alle guance. Sergio non rispose subito. Il suo sguardo, un faro nella penombra, si posò su uno specchio veneziano dalla superficie opaca, una lastra di ombra incorniciata d'ebano. "Oggetti che portano con sé il calore di chi li ha posseduti," mormorò, avvicinandosi. "Le loro passioni. Le loro angosce. Le loro... macchie." La sua mano si alzò, sfiorando la cornice dello specchio con una reverenza che parve quasi e*****a. "Come questo. Appartenne a una donna che si tolse la vita, guardandosi un'ultima volta in questo vetro. Si dice che il suo ultimo, disperato amore per la propria immagine sia ancora imprigionato qui dentro." Il respiro si bloccò in gola a Daniele. Quella storia era un sigillo segreto, una verità che aveva dissotterrato con fatica e custodito come un tesoro privato. Come poteva quell'estraneo conoscerla? Come poteva sentire il suo stesso, oscuro fascino? Il silenzio che scese tra loro non era vuoto. Era denso, carico, elettrico. La pioggia fuori sembrò smorzarsi, in attesa. Daniele sentì il battito del proprio cuore accelerare, non per paura, ma per un'eccitazione febbrile. La presenza di Sergio non violava il suo santuario; lo stava svegliando. Stava leggendo ad alta voce il libro proibito della sua anima, e ogni parola era una carezza proibita, una promessa di complicità. In quel negozio di memorie morte, l'arrivo di Sergio era un'offerta di vita, per quanto distorta e pericolosa. E Daniele, attratto irresistibilmente da quel vortice, sentì che la notte avrebbe preso una piega diversa. Più oscura. Più passionale. E forse, senza ritorno.
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