Capitolo 5: Il Primo Bacio

945 Parole
Il tempo sembrò fermarsi nella radura. Nicola sentiva il peso del corpo di Giacomo sopra di lui, il calore che emanava attraverso i vestiti, il profumo inebriante della sua pelle mescolato ai profumi tropicali della foresta. Le dionee giganti attorno a loro continuavano la loro danza ipnotica, le mascelle che si aprivano e chiudevano in un ritmo che sembrava sincronizzato con i battiti dei loro cuori. "Siete sicuro?" sussurrò Giacomo, gli occhi azzurri che scrutavano il viso di Nicola con un'intensità bruciante. "Una volta che iniziamo, non so se riuscirò a fermarmi." Nicola alzò una mano tremula per accarezzare la guancia di Giacomo, sentendo la barba incolta sotto le dita. "Non voglio che vi fermiate," disse con voce roca. "Non voglio che vi fermiate mai più." Un gemito profondo sfuggì dalle labbra di Giacomo prima che si chinasse di nuovo per baciarlo. Questa volta non c'era esitazione, non c'era dolcezza. Era pura fame, desiderio allo stato grezzo che li divorava entrambi. Le mani di Nicola scivolarono sotto la maglietta di Giacomo, esplorando la pelle calda e liscia, i muscoli che si contraevano sotto il suo tocco. Giacomo si inarcò contro di lui, un suono gutturale che vibrava nel petto mentre le dita di Nicola tracciavano linee di fuoco lungo la sua schiena. "Dio, le vostre mani," gemette Giacomo, la bocca che scivolava lungo la gola di Nicola, lasciando una scia di baci brucianti. "Sognavo le vostre mani su di me." "Sognavate di me?" chiese Nicola, la voce che si spezzava quando Giacomo trovò il punto sensibile alla base del suo collo. "Ogni notte," confessò Giacomo, le mani che iniziarono a sbottonare la camicia di Nicola con urgenza febbrile. "Ogni maledetta notte da quando ho ricevuto la vostra lettera. Immaginavo come sareste stato, come avreste saputo, come avreste gemuto sotto di me." La camicia di Nicola si aprì, rivelando il petto pallido che contrastava con l'abbronzatura dorata di Giacomo. Il guardiano si fermò per un momento, gli occhi che divoravano ogni centimetro di pelle esposta. "Perfetto," sussurrò, chinandosi per deporre baci delicati lungo la clavicola di Nicola. "Siete assolutamente perfetto." Nicola si inarcò, le mani che si perdevano nei capelli scuri di Giacomo. "Giacomo, per favore..." "Cosa volete?" chiese Giacomo, sollevando la testa per guardarlo. I suoi occhi erano scuri di desiderio, le pupille dilatate. "Ditemelo, Nicola. Ditemi cosa volete che vi faccia." "Tutto," gemette Nicola, tirandolo giù per un altro bacio disperato. "Voglio tutto di voi." Si rotolarono sull'erba soffice, le mani che si muovevano febbrili per esplorare, accarezzare, rivendicare. La maglietta di Giacomo finì strappata nell'erba, rivelando il torso magnifico che aveva ossessionato i sogni di Nicola. Cicatrici sottili attraversavano la pelle abbronzata, testimonianze di anni trascorsi in quel luogo selvaggio, e Nicola le baciò una per una come se fossero sacre. "Raccontatemi," sussurrò contro la pelle di Giacomo, la lingua che tracciava il contorno di una cicatrice sul fianco. "Raccontatemi la storia di ognuna." "Dopo," gemette Giacomo, le mani che scivolarono nei capelli di Nicola. "Vi racconterò tutto dopo. Ora voglio solo voi, solo questo." Si baciarono ancora, con più foga, i corpi che si muovevano insieme in un'antica danza di desiderio. Intorno a loro, la foresta sembrava pulsare di vita. Le foglie sussurravano nel vento, gli uccelli cantavano melodie primitive, e le dionee giganti continuavano il loro ritmo ipnotico. "Quest'isola," disse Giacomo, la voce resa roca dalla passione, "fa cose strane alle persone. Ti entra nel sangue, ti cambia. Ma voi... voi siete già nel mio sangue da prima ancora di arrivare." Nicola sentì il cuore spezzarsi e ricomporsi simultaneamente a quelle parole. "Giacomo..." "Ti amo," disse Giacomo all'improvviso, gli occhi che si spalancarono come se le parole lo avessero sorpreso quanto Nicola. "Cristo, ti amo e non so nemmeno come sia possibile." Il mondo si fermò. Nicola fissò quegli occhi azzurri che avevano appena pronunciato le parole che aveva disperatamente sperato di sentire ma che non aveva mai osato sognare. "Anche io," sussurrò, la voce che si incrinava per l'emozione. "Anch'io ti amo, Giacomo. Ti amo da quel primo momento sulla spiaggia." Le lacrime brillarono negli occhi di Giacomo prima che si chinasse per un bacio che sapeva di promesse e di eternità. Era diverso dagli altri, più dolce ma anche più profondo, carico di tutto quello che non riuscivano a dire con le parole. "Mio," sussurrò Giacomo contro le sue labbra. "Sei mio, Nicola. Per sempre." "Per sempre," confermò Nicola, perdendosi completamente in quella promessa. Si strinsero l'uno all'altro come se il mondo stesse finendo, come se quello fosse l'ultimo momento che avrebbero mai avuto insieme. Le mani esploravano con reverenza, le bocche si muovevano in sincronia perfetta, i corpi cercavano una vicinanza che sembrava non bastare mai. Quando finalmente si separarono, entrambi ansimanti e tremuli, il sole era alto nel cielo. Le dionee giganti attorno a loro si erano calmata, le bocche ora chiuse in quella che sembrava soddisfazione. "Dobbiamo tornare," disse Giacomo, ma non fece alcun movimento per alzarsi. Invece continuò a tracciare cerchi pigri sulla pelle nuda di Nicola. "Ancora cinque minuti," sussurrò Nicola, stringendosi più forte a lui. "Solo altri cinque minuti." Giacomo rise, un suono pieno di felicità pura. "Altri cinque minuti," concordò, baciandolo dolcemente sulla fronte. "E poi tutta la vita." Mentre rimanevano abbracciati in quella radura magica, circondati dalle creature più pericolose dell'isola che ora sembravano benedire la loro unione, Nicola sapeva che qualcosa dentro di lui era cambiato per sempre. Non era più lo scienziato freddo e distaccato che era arrivato sull'isola. Era un uomo innamorato, completamente e irrevocabilmente perso nell'amore per l'uomo straordinario che teneva tra le braccia. E per la prima volta in vita sua, non aveva paura di perdersi.
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