Capitolo 16: Il Patto della Mezzanotte

746 Parole
L’oscurità calò come un sipario improvviso, avvolgendo la biblioteca in un silenzio soffocante. Luke sentì il battito del proprio cuore rimbombargli nelle orecchie mentre Mark, accanto a lui, afferrava d’istinto il suo braccio. Un sussurro. Un sibilo strisciante che sembrava provenire dalle pagine del libro ancora aperto. "Coloro che mentono a sé stessi non vedranno mai l’uscita." Luke inghiottì a vuoto. “L’hai sentito?” Mark annuì lentamente, senza distogliere lo sguardo dal volume. Il tremolio del pavimento si intensificò, e all’improvviso, la biblioteca non era più la stessa. Gli scaffali erano spariti. Le pareti si erano trasformate in una serie di specchi deformanti, che riflettevano immagini distorte di loro stessi. Mark e Luke si fissarono attraverso il vetro: non erano soli. Dietro le loro spalle, due figure oscure si stagliavano nell’ombra. Luke si voltò di scatto. Nulla. Ma nel riflesso, le sagome erano ancora lì. Mark avanzò lentamente, avvicinandosi a uno degli specchi. Quando si trovò a pochi centimetri dalla superficie, un movimento improvviso lo fece sobbalzare. Il suo riflesso non lo stava imitando. Lo stava guardando. E sorrideva. Luke afferrò la manica della sua giacca. “Mark, indietro.” Troppo tardi. Le mani del riflesso si allungarono fuori dallo specchio e afferrarono Mark per il colletto della camicia, trascinandolo con una forza sovrumana. “No!” Luke si gettò su di lui, afferrandolo per la vita, cercando di trattenerlo. Sentiva Mark divincolarsi, i suoi occhi spalancati dal terrore. Il riflesso sussurrò con la sua voce. "Se non confessi, diventerai parte della casa." Un vento gelido li investì entrambi, e Luke sentì il suo stesso corpo farsi più pesante, come se qualcosa lo stesse tirando giù. Ma mentre la stretta del riflesso si faceva più forte, qualcosa cambiò. Luke non pensò. Non ragionò. Agì. “Mark!” gridò. “Ti voglio!” La pressione sparì all’istante. Il riflesso si fermò, gli occhi sbarrati. Poi si frantumò in mille schegge di vetro, dissolvendosi nel nulla. Mark cadde a terra, ansimando. Luke era sopra di lui, il petto che si sollevava e abbassava in modo irregolare. Silenzio. Poi Mark sollevò una mano e sfiorò il viso di Luke. “L’hai detto.” Luke deglutì. “Dovevo fermarlo.” Mark scosse la testa. “No. L’hai detto… perché è vero.” Luke rimase immobile. Qualcosa dentro di lui si spezzò, ma non nel modo in cui avrebbe pensato. Era come se, dopo tanto tempo, avesse finalmente smesso di lottare contro qualcosa di inevitabile. Mark si sollevò leggermente su un gomito, guardandolo negli occhi. “Non è la casa che ci sta costringendo. Sei tu che non vuoi ammetterlo.” Luke abbassò lo sguardo. “Ho paura.” Mark sorrise, e per la prima volta da quando erano entrati in quella casa, sembrava sincero. “Anch’io.” E poi, senza pensarci, lo baciò. Fu un bacio rapido, incerto, ma incredibilmente reale. E la casa sussurrò intorno a loro, quasi soddisfatta. … Nel frattempo, negli altri angoli della villa, qualcosa di simile stava accadendo. Jasper e Antony erano rimasti intrappolati in una stanza senza finestre, dove le pareti sembravano muoversi e restringersi. Antony, con la schiena contro il muro, lo guardava con un’intensità che lo faceva tremare più di qualsiasi visione spettrale. “E se questa casa sapesse più di noi di quanto sappiamo noi stessi?” mormorò Antony. Jasper sentì la gola seccarsi. “Io… io non so cosa vuoi dire.” Antony fece un passo avanti, riducendo la distanza tra loro. “Lo sai benissimo.” Jasper si sentì intrappolato, ma non era la casa a stringerlo. Erano i sentimenti che aveva sepolto per anni. La casa, come se stesse aspettando quel momento, tremò leggermente. Jasper abbassò la testa. “Dio… Antony.” Antony sorrise piano. “Finalmente.” … Quando i sei si ritrovarono la mattina seguente nella grande sala da pranzo, nessuno parlò subito. Gli eventi della notte precedente erano ancora impressi nelle loro menti, vivi come braci ardenti. Luke evitava lo sguardo di Mark, anche se sapeva che era inutile. Jasper e Antony sedevano l’uno accanto all’altro, la tensione tra loro palpabile. Ben e Trevor erano stranamente silenziosi. Fu Mark a parlare per primo. “Dobbiamo prendere una decisione.” Tutti lo guardarono. “Se questa casa ci ha portati qui per un motivo, dobbiamo capirlo. E decidere cosa fare. O accettiamo quello che sta cercando di mostrarci… o rischiamo di rimanere qui per sempre.” Nessuno rispose. Perché nel profondo, sapevano già la verità.
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