23 GRAY Rimasi imbottigliato nel traffico, appena sopra il confine, un qualche semiarticolato si era ribaltato bloccando l’autostrada, per cui avrei dovuto raggiungere Emory, Christy e Paul al ristorante. Avevo passato un’ora in più in macchina a pensare all’influenza di Quake su mio padre e al motivo di quella cena. Quake stesso mi accolse alla reception. Sembrava fuori luogo dentro al ristorante, ma non avevo intenzione di commentare al riguardo. Gli strinsi la mano e lui mi diede una pacca sulla spalla. «Ti sei fatto una bella chiacchierata con tuo papà?» «Non mi ero reso conto che vuoi due foste amici,» ribattei io. Non vedevo l’ora di raggiungere Emory, per cui fu difficile fare conversazione. Lui, però, era preoccupato per lei, per cui gli dovevo del rispetto. E aveva qualcosa su