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1377 Parole
Capelli magnifici che gli ricaddero sulla fronte nello stesso modo perfettamente scompigliatoche- dovette riconoscerlo persino Santos- avrebbe fatto venire vogliaa qualunque uomo di passarci le dita. Ad altri uomini. Non a lui. In quel preciso momento, Santosera troppo arrabbiato con Jackson per mettersi ad apprezzare la suaindiscutibile bellezza e quel suo fascino così prepotente.... Anzi, potendo scegliere, gliavrebbe volentieri rifilato un simpatico pugno su quel nasoperfettamente dritto. Era tutto il giorno che siportava dietro uno strano malumore, da quando aveva realizzato cheera proprio l'anniversario del suo matrimonio mai celebrato. Un ricordo che faceva ancoramale, che lo umiliava nel profondo. E coccolare quel cagnolino erastata l'unica terapia che aveva funzionato. Prima che arrivasseJackson a rovinare tutto.... Furbo come non mai, Santosaddolcì la voce- per quanto potesse farlo un uomo- per renderlo piùconvincente. "Ascolta, Jackson, capisco che questa sia una grossasorpresa per te..." "Un bruttissima sorpresa.Direi uno shock". "Okay, è stato uno shocktornare a casa e scoprire che tua madre aveva regalato a Danny uncagnolino per natale" lo assecondò lui, procedendo con cautela,pur di arrivare allo scopo. "Un dono che non ho ritenuto opportunomettere sotto l'albero insieme agli altri pacchi, come mi avevisuggerito". Aveva cercato di alleggerire lasituazione con una battuta, ma tutto quello che ottenne in cambio fuun'occhiata severa. "Però cerca di guardare lacosa in prospettiva, se puoi" lo spronò, caparbia, cercando diassestare il colpo finale. "Danny è figlio unico e..." "E tale rimarrà, per quelloche mi riguarda" gli assicurò Jackson con freddezza. Santos sbatté le palpebre,colpito dalla sua veemenza. "Danny è figlio unico" ripeté concalma. "E non ha altri bambini della sua età, qui nel vicinato,con cui poter giocare. Deve sentirsi molto solo la sera e nei finesettimana, con te, me e la governante come unica compagnia". "Grazie tante per ilcomplimento" commentò Jackson, risentito. "Ehi, mi ci sono messo anch'ionel numero" sottolineò lui. "Sì, questo è vero"Jackson osservò il cagnolino che Santos teneva ancora tra lebraccia. Senza dubbio era una creaturinamolto graziosa: occhio grigio-blu, un buffo naso rotondo e nero equel pelo soffice a riccioli bianchi e grigi... "No, è impossibile, nonpossiamo tenerlo". Jackson si allontanò diproposito per non lasciarsi incantare. "Perciò, per evitare cheDanny ci resti male, intanto lo affideremo per qualche giorno almarito della signora Holmes, so che ci sa fare con i cani. Prima opoi riuscirò a parlare con mi madre e mi farò dire dove lo hapreso. E a quel punto, se non lo farai tu, dovrò incaricare qualcunaltro perché lo riporti all'allevamento". "Come puoi essere cosìcrudele?" Santos lo guardò come se fosse un orribile mostro, piùo meno un drago a tre teste. "A volte devi essere crudeleper essere giusto" Jackson sospirò. "I cani sono un grossoimpegno, Santos. Una complicazione, non solo quando si parte per unavacanza, ma persino per la vita di ogni giorno. E come reagirà Dannyquando alla fine il cane morirà? Quanto potrà vivere questo collie?Dieci, dodici anni al massimo. E a quel punto Danny avrà..." "Sedici o diciotto anni sasarà perfettamente in grado di capire e di accettare che la morte faparte della vita". Intervenne lui con fermezza. "Specialmente seprima avrà avuto in dono dieci o dodici anni di fedele amicizia eamore incondizionato". Amore incondizionato, riflettéJackson. Ecco, questo era un concetto che non molti adulti riuscivanoa capire. Certo non nell'ambiente che di solito era costretto afrequentare per lavoro. Composto perlopiù di persone arriviste efalse. Nel corso degli anni, Jacksonaveva scoperto che tutti, intorno a lui, avevano un obiettivo ultimoda raggiungere. Ricchezza, successo, celebrità. E facevano cartefalse per conquistarlo, convinti di garantirsi così la felicità. Bene. Lui era ricco, famoso,affermato. Eppure non aveva conosciuto nemmeno una scintilla di verafelicità finché Danny non era entrato nella sua vita, cinque anniprima. Forse perché suo figlio gliregalava quell'amore incondizionato di cui parlava Santos? Puòdarsi. Ma dannazione, un cane in casaera un bell'impiastro.,.. Doveva davvero permettere che suo figliotenesse quel cucciolo?. "Fidati, non ti darà nessunfastidio". Perseverò Santos con foga, avvertendo che ladeterminazione di lui cominciava a vacillare. Ci sono. Basta un ultimocolpettino. La parola magica che iniziavaper la lettera D aveva funzionato ancora una volta. "Tua madre ha portato ancheuna cesta dove far dormire il cagnolino, un sacco di scatolette e dicroccantini, più le ciotole per la pappa e per l'acqua, il collarecon la medaglietta d'argento con inciso il suo nome e l'indirizzo ele spazzole per il pelo..." "Okay, okay, Okay!" La vocedi Jackson si alzò di volume a ogni sillaba. "Ma la prima voltache lo pesco a giocare a pallone con la mia attrezzaturaprofessionale giuro che lo sbatto fuori nel capanno in giardino. E cichiudo anche te e butto via la chiava, ci siamo capiti?" "Evviva, abbiamo vinto! Puoirestare con noi, piccolino!" Santos sollevò il cagnetto tra lebraccia facendolo volteggiare e stampandogli un bacio sul musetto. Sbalordito, Jackson rimase aosservare il suo solito calmo e impassibile assistente che si esibivain una danza improvvisata nel salotto. E fu colto totalmente allasprovvista dalla sua incredibile trasformazione. La gioia gliilluminava il viso, rendendolo quasi bello. Decisamente bello: gliocchi grigio fumo splendevano, sulle labbra si era disegnato unsorriso sbarazzino e pieno di felicità. Mmmh... Erano labbra piene eleggermente imbronciate, realizzò, mentre i pensieri prendevano unadirezione imprevista. Labbra in grado di fareimpazzire un uomo, se applicate sulla giusta parte della suaanatomia... Stop. Ti ha dato di volta ilcervello. "Bé, non è ora di tornare alavorare?" gli chiese bruscamente, con la voce roca, riscuotendosidi colpo di quella divagazione a luci rosse. Santos si fermò di scatto. E inun istante si spense la luce nel suo sguardo, il viso tornò pallidoe quella bocca sensuale non sorrideva più, anzi aveva ripreso lasolita espressione severa. Meglio così, si disse Jackson.Poteva affrontare la disapprovazione di Santos. Ci aveva fattol'abitudine. Che vuoi che sia. Ma quello di cui non avevaaffatto bisogno invece, quello con cui non voleva avere niente a chefare era l'inesplicabile, insidiosa attrazione fisica che avevaprovato per lui fino a un momento prima, e che ancora adesso lotormentava... "Vado a prendere Danny ascuola" gli annunciò con sguardo torvo. In realtà ce l'aveva con sestesso. Tieni a freno il tuotestosterone, amico. "Bene" Santos si limitò adannuire, senza più guardare lui, ma il cagnolino che teneva tra lebraccia. No, non va bene affatto,pensò Jackson tra sé,accigliato, uscendo e avviandosi verso la sua auto. Santoslavorava per lui da quasi un anno. Viveva nella sua stessa casa,anche se al piano di sotto. Passava un sacco di tempo con il figlio. Nonera solo un bravissimo assistente, ma si inseriva perfettamente nellasua vita, gli organizzava gli appuntamenti, portava i vestiti inlavanderia, decideva i menu per la settimana con la signora Holmes,faceva persino da babysitter a Danny quando lui doveva assentarsi. Eracome avere un marito, però senza nessuna complicazione. Praticamenteuna combinazione perfetta. Certo,mancava anche il sesso, ovvio. Peccato. E adesso sa dove diavolo eraspuntato quel pensiero inconsulto? Da dovunque fosse spuntato,poteva tornarci subito. E non riaffiorare mai più. Se avessecominciato a guardarlo come un uomo guarda un altro uomo chedesidera, sarebbe stato un disastro. Avrebbe rovinato tutto. Per tutti quei mesi Jacksonaveva scientemente evitato di considerare Santos Jones come qualcosadi diverso del suo assistente personale. O dall'occasionale babysitter diDaniel. Al punto che- se ne rendevaconto soltanto ora- non si era mai curato di fargli domande sulla suavita privata. Né quella passata, né quella presente. Di quest'ultima in realtàsapeva già tutto quello che c'è da sapere. Ovvero che non esisteva proprio. In una anno intero, Santos nonera mai uscito di sera. Dunque, fidanzati zero. E nemmeno relazionifugaci, a quanto pare. Mai visto nemmeno l'ombra di un corteggiatore. A pensarci bene, non arrivavanoneanche molte telefonate per lui. E se aveva famiglia e degli amici,li frequentava fuori casa, però non li invitava mai nel suoappartamento. Poco prima, quando si era messoa ballare in salotto con il cucciolo tra le braccia, quando per laprima volta gli era sembrato davvero bello, Jackson si era trovato achiedersi come mai Santos Jones fosse così solo... E adesso, chissà perché, nonvedeva l'ora di conoscere la risposta. mmmh... pessimo segnale.Dacci un taglio, subito. Loredarguì la sua coscienza professionale. Certo che Santos ha proprioun bel... Ed ecco arrivare lasua coscienza ormonale, accidenti a lui! Ho detto subito. Gli occhi,stavo pensando agli occhi. Per quanto anche il sedere e ipettoral.... Jackson avviò il motore dellasua auto sportiva, mettendo fine a quella diatriba interiore. Guidarelo avrebbe aiutato a distrarsi, in ogni caso, l'aria fredda gliavrebbe fatto più che bene.
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