La casa era immersa nel silenzio della notte, con solo il lieve fruscio delle tende mosse dalla brezza estiva che riempiva l’aria. Thomas si trovava nel suo letto, gli occhi fissi sul soffitto, incapace di chiudere gli occhi. La sensazione di quel bacio, di quella connessione improvvisa con Sirius, lo aveva scosso più di quanto volesse ammettere. Ogni dettaglio di quel momento gli bruciava nella mente, dai baci rubati al modo in cui il corpo di Sirius si era spostato contro il suo. Ma ciò che lo turbava di più era il pensiero che tutto ciò fosse solo un gioco, che per Sirius fosse solo una parentesi momentanea, mentre per lui… per lui era qualcosa di più profondo.
“Perché devo essere così confuso?” si chiese, stringendo le coperte tra le mani. Le emozioni lo sopraffacevano, una guerra interiore che non riusciva a vincere. Era attratto da Sirius come non lo era mai stato da nessun altro, ma temeva che quel desiderio potesse rovinare tutto, distruggere quella fragile armonia che si era creata tra loro.
La porta si aprì con un leggero scricchiolio, e la figura di Jake comparve sulla soglia della sua stanza. Era ancora sveglio, probabilmente per via della stessa inquietudine che tormentava Thomas. Il suo viso era sereno, ma i suoi occhi rivelavano una certa preoccupazione.
“Ehi, Thomas, ti va di parlare un po’?” chiese Jake, la voce bassa, come se non volesse disturbare la tranquillità della casa.
Thomas fece un cenno di assenso e si alzò lentamente, sedendosi sul bordo del letto. Jake si avvicinò e si sedette accanto a lui, senza dire nulla per qualche istante. Il silenzio tra di loro era confortevole, ma anche carico di tensione non detta.
“Cosa succede? Sembri pensieroso, più del solito,” osservò Jake con un sorriso preoccupato.
Thomas guardò il suo amico e, per un momento, si sentì sollevato. Jake era sempre stato il suo punto di riferimento, qualcuno di cui si poteva fidare ciecamente. Ma anche con lui non riusciva a fare a meno di nascondere una parte di sé, quella che riguardava Sirius.
“È… Sirius,” rispose infine, cercando di articolare i suoi pensieri. “Non so cosa stia succedendo tra di noi, ma… quando siamo insieme, sembra che tutto diventi confuso. Non so come comportarmi, Jake. Mi sento come se stessi camminando su un filo sottile.”
Jake lo osservò in silenzio, come se stesse cercando di capire. Poi, senza preavviso, si alzò e si avvicinò alla finestra. “Sai, non è mai facile affrontare certe cose,” disse, guardando fuori. “E Sirius… beh, lui è sempre stato un po’ distante, non è facile capire cosa pensa. Ma quello che posso dirti, Thomas, è che, se tu provi qualcosa per lui, non devi ignorarlo. A volte bisogna dare ascolto ai propri sentimenti.”
Thomas lo guardò, il cuore che batteva più velocemente. Non sapeva se essere grato o confuso per le parole di Jake. Era difficile sapere quale fosse la strada giusta da seguire, soprattutto quando c’era Sirius di mezzo.
Ma il consiglio di Jake sembrava sincero, e Thomas non poteva fare a meno di rifletterci. Non doveva nascondere quello che provava, ma doveva anche essere certo di ciò che stava cercando.
A quel punto, una porta si aprì all’improvviso, e un’altra figura apparve sulla soglia. Era Teo, il secondo fratello, con un’espressione un po’ distratta, ma lo sguardo curioso. “Posso entrare?” chiese, sorridendo timidamente.
“Certo,” rispose Thomas, con una piccola risata nervosa.
Teo entrò e si sedette sul pavimento accanto al letto, incrociando le gambe in modo comodo. “Ho sentito parlare di una certa discussione… e ho pensato che forse avevate bisogno di un po’ di distrazione,” disse con un sorriso malizioso.
Jake annuì. “Tutto bene, Teo? Non disturbo?”
“Per niente!” rispose Teo con una risata, mettendosi più comodo. Poi guardò Thomas, fissandolo per un attimo. “Sai, ho notato che ultimamente sembri un po’ più pensieroso del solito. Qualcosa ti turba?”
Thomas esitò, ma poi decise che non avrebbe potuto nascondere nulla ai suoi fratelli. Se avesse davvero voluto far parte di questa nuova famiglia, avrebbe dovuto aprirsi, almeno con loro. Non doveva essere solo il ragazzo silenzioso che viveva nel suo angolo.
“C’è qualcosa che… non riesco a capire. Sono appena arrivato, e già c’è una tensione tra me e Sirius. Non so come affrontarla,” spiegò Thomas, guardando i suoi fratelli.
Teo annuì con comprensione. “Non è facile, lo capisco. Ma posso dirti una cosa? Non preoccuparti troppo di cosa succederà. A volte le cose tra di noi sembrano complicate, ma in fondo, siamo una famiglia. Le cose si sistemano sempre.”
Jake sorrise e si appoggiò allo schienale del letto. “Esatto. Non devi correre troppo. Se qualcosa sta accadendo tra te e Sirius, lascia che si evolva naturalmente. Non c’è bisogno di forzarlo.”
Thomas li guardò entrambi, sentendo un po’ di sollievo. Nonostante la confusione che provava, sapeva che avrebbe dovuto affrontare la situazione con calma, senza farsi sopraffare dai suoi sentimenti. Ma non era facile, non quando Sirius lo guardava come se avesse appena scoperto un mistero da risolvere.
La conversazione si fece più leggera, e poco dopo, Jake e Teo lasciarono la stanza, lasciando Thomas con i suoi pensieri. Si sdraiò di nuovo sul letto, guardando il soffitto. Le parole di Jake e Teo gli ronzavano nella testa, e una parte di lui si sentiva rassicurato. Ma l’altra parte… quella parte che lo spingeva verso Sirius, verso il desiderio che sentiva crescere ogni giorno, non riusciva a smettere di tormentarlo.
Con un sospiro profondo, Thomas chiuse gli occhi, cercando di trovare un po’ di pace in quella confusione. Ma nella sua mente, le immagini di Sirius non sembravano svanire mai.