16 ASTRID Lasciammo il mio van lì dov’era e Thatcher mi accompagnò con la sua auto, assieme al cucciolo nero, più in là lungo il viale. Parcheggiò di fronte ad un fienile e ci condusse all’interno da una porta laterale. Io misi giù il cucciolo e andai a guardare in giro. «Forza, ti faccio vedere la casa,» mi disse lui, prendendomi per mano. Non riuscivo a credere a quel posto. Sembrava effettivamente un fienile, con le spesse travi che arrivavano al soffitto e che si curvavano per creare delle volte, ma lì finivano le somiglianze. Era una sola enorme stanza, un secondo piano a loft che ne copriva la metà. Il lato da cui eravamo entrati non aveva finestre, a mantenere l’aspetto originale del fienile all’esterno, ma sul retro c’erano vetrate che andavano dal pavimento fino al soffitto al