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SARAH
«Perché ti fa così arrabbiare che sia andata all’incidente?» chiesi a mio padre, piuttosto irritata io stessa. «Tu non hai risposto alla chiamata di Graham e nemmeno Roy.»
Avevo finalmente scaricato l’auto distrutta nel parcheggio dietro l’officina e avevo bisogno di un’iniezione di caffè. Quando lui era entrato, io ero nel reparto meccanico a lavarmi le mani nel lavandino industriale. Lui era andato alla parete e aveva premuto con forza il bottone che faceva aprire le porte del garage. Si alzarono con un forte stridio. La brezza entrò e mi fece svolazzare i capelli in viso. Stava prendendo tempo.
«Dov’eri tu? E Roy è vivo o cosa?» Dopo aver visto il cadavere prima, non avrei dovuto porre quella domanda, ma davvero, che fine aveva fatto quel tipo?
Ero rimasta seduta nel furgo
