– Mendicare, vuoi dire, – ribatté la damigella. – No davvero, – dissi io. Ricordando improvvisamente che in realtà non ci andavo per nessun altro motivo, tacqui, confuso, e sentii che la mia faccia bruciava. La domestica di mia zia, così pensai da ciò che aveva detto, mise il riso in un piccolo canestro e uscì dal negozio; dicendomi che potevo seguirla se volevo sapere dove viveva la signorina Trotwood. Non ebbi bisogno di un secondo permesso; sebbene a quel punto fossi in un tale stato di costernazione e agitazione, che le gambe mi tremavano. Seguii la giovane, e presto arrivammo a un graziosissimo cottage con un allegro bovindo: davanti c’era un cortile piccolo e quadrato con il ghiaino, pieno di fiori ben curati, e dal delizioso profumo. – Questa è la casa della signorina Trotwood, –