Era un’epoca di eroismo e di follia. Da un lato soldati, Marinai, uomini di stato della forza di un Pitt, di un Nelson, e più tardi di un Wellington, erano stati buttati quasi di prepotenza sul fronte nell’imminente minaccia del pericolo bonapartista. Già eravamo grandi militarmente, ed eravamo destinati a divenire tali in breve volger di tempo anche nell’ambito dell’arte, perché Scott e Byron si preparavano a diventare le più vive forze letterarie d’Europa. D’altro canto un pizzico di pazzia, vera o finta, era un lasciapassare che apriva molte porte, chiuse invece alla saggezza e al valore. Chi riusciva a entrare in un salotto camminando sulle mani, chi si affilava i denti per poter fischiare come un carrettiere, chi diceva sempre quel che pensava a voce alta tenendo così i propri ospiti