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Una governante per Moglie

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Blurb

La vita è una continua giostra, si gira continuamente ognuno in modo diverso ovviamente, ma giriamo comunque...

Ci sono le persone che hanno fortune inestimabili e che alla fine non se ne fanno niente e poi ci sono le persone come me, che pur non avendo niente si accontenta di quello che la giornata gli offre.

Il mio nome è Jessica Mary Sanchez, vivo a San Diego ed ho 21 anni appena compiuti, studio economia e nonostante non sia piena di soldi e senza genitori lavoro come governante insieme a mia nonna per una delle famiglie più influenti di questa città, la famiglia Mendosa è molto popolare tra i ricchi ultramilionari e sono contenta di lavorare quì, perchè a parte la paga buona sono anche persone che non notano la servitù e questo mi da l'opportunità di essere invisibile, non mi piace essere notata, anche perchè mi hanno sempre detto di essere carina ma niente di più e per me va bene.

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Il mio nome è Jessica Mary Sanchez, vivo a San Diego ed ho 21 anni appena compiuti, studio economia e nonostante non sia piena di soldi e senza genitori lavoro come governante insieme a mia nonna per una delle famiglie più influenti di questa città, la famiglia Mendosa è molto popolare tra i ricchi ultramilionari e sono contenta di lavorare quì, perchè a parte la paga buona sono anche persone che non notano la servitù e questo mi da l'opportunità di essere invisibile, non mi piace essere notata, anche perchè mi hanno sempre detto di essere carina ma niente di più e per me va bene. Ritornando al discorso di prima, la Famiglia Mendosa è composta da tre persone, la signora Esmeralda la regina indiscussa di questa casa, il signor Rodrigo, non direi il Re perchè l'unica cosa che fa è portare i soldi a casa per il resto lasciamo il posto a suo figlio Diego Santiago Mendosa, Lui è sicuramente il ragazzo più bello che abbia mai visto, i suoi occhi sono capaci di leggerti dentro e il suo sguardo accattivante ti fa sciogliere le viscere. Sono innamorata? no! beh, forse solo un pò... Ma che dico, se non sto attenta sbavo ogni volta che lo vedo in piscina o nella doccia, non che sia una pervertita, ma è anche questo il bello di non essere vista, fanno le cose più assurde davanti a te senza pudore e vergogna. Ora sto esagerando un pò, non l'ho mai visto nudo questo è sicuro, anche se sarei rimasta impalata come una scema e mi avrebbe scoperto subito... mi sono persa un altra volta!  Quando parlo di Diego il mio cervello si blocca, comunque lui è il mio sollievo ed il mio tormento, sembra deciso a farmi sgobbare dalla mattina alla sera, mi chiama continuamente e mi rimprovera per ogni cosa, anche se faccio le cose per bene lui trova sempre il difetto e si lamenta. MI chiama in tutti i modi possibili, ma mai con il mio nome, snervante direi ma sempre bellissimo, sono masochista lo so ma non posso fare a meno di ammirarlo, inoltre il lavoro mi serve per continuare gli studi, mia nonna non durerà molto come cuoca in questa casa per via dell'età e voglio poterla aiutare come lei ha fatto con me "Jesy sei ancora fra le nuvole?" eccola qui che mi rimprovera un altra volta "scusami abuela, stavo fantasticando" rispondo, mi sorride e mi porge un vassoio di bibite, la guardo spaesata "sono arrivati gli amici del signorino Diego, hanno chiesto da bere sono a bordo piscina, cerca di non cacciarti nei guai anche oggi tesoro" sempre apprensiva, di tutte le cameriere che ci sono in questa casa devo essere proprio io che deve portargli tutto? annuisco per non contraddirla e con il vassoio in mano cammino verso la piscina, difficile camminare diritta con i tacchini, ma il nostro abbigliamento da governante non ci consente di usare scarpe da tennis, il colore celeste della divisa almeno non ci fa bruciare al sole della California, con passi lenti mi avvicino alla mia condanna, già vedo i tre dell'Ave Maria a bordo piscina, sulle loro sdraio con i loro pettorali al sole e costumi di marca... è proprio vero che il sole bacia i belli perchè a me questo sole mi sta ustionando, per una ragazza dalla pelle chiara e delicata come me è nocivo, non mi sento brutta o grassa solo che sono molto timida e non mi piace quando gli altri mi guardano. Il signorino, come lo chiama mia nonna già mi sta guardando con una smorfia sul viso, abbasso la testa per non fare vedere il rossore che mi procura ogni volta che lo fa, mi mette sempre in ridicolo davanti a tutti, non devo combinare guai, devo stare attenta, me lo dico almeno cento volte al giorno. "Finalmente sei arrivata, bambolina" faccio una smorfia al termine che ha usato stavolta, "mi perdoni signore" lascio il vassoio sul tavolo in mezzo alle sdraio, lentamente mi giro per andare via, quando il mio polso viene strinto da una mano, alzo gli occhi sulla persona e non mi ero resa conto che uno degli amici di Diego si era avvicinato troppo da toccarmi, sussulto perchè è la prima volta che si permettono di farlo, guardo Marcelo De Santis negli occhi e vedo il suo sguardo lascivo su di me, non importa che abbia ancora ventiquattro anni, sembra un vecchio bavoso, cerca sempre la preda più delicata e azzannarla, cerco di sfilare il polso senza risultato, "perchè oggi non bevi con noi bambolina?" chiede e si vede che è ubriaco, l'odore di alcool arriva fino al mio naso, mi viene quasi un conato di vomito, sono spaventata, nessuno si era mai approcciato a me così, ruoto ancora il polso per liberarlo, ma stringe la presa, gemo dal dolore e mi distraggo giusto il tempo per lui di sfilarmi gli occhiali, "wow, ma hai degli occhi stupendi, perchè porti gli occhiali?" cioè non dico di essere una talpa, ma senza occhiali le persone non le vedo chiare e mi vengono le vertigini senza, ero nel panico totale "lasciala andare Marcelo" la voce di Diego arriva proprio dietro di me, quando si era alzato? sentivo la sua presenza alle mie spalle, questo mi dato una sorta di protezione, "sto solo giocando un po' amico" dice lui chiaramente contrariato "ho detto lasciala" ripete Diego, questa volta strattona la mano del suo amico liberando il mio polso "levati dai piedi" ringhia verso di me, salto in aria ma il problema è che senza occhiali non mi posso muovere "Scusi signore m...mma... i miei occhiali" gli dico quasi in sussurro, non oso alzare la testa anche perchè non potrei nemmeno vederlo, il suo amico sogghigna e comincia ad allontanarsi con i miei occhiali, lo guardo sgomenta, "vieni a prenderli bellezza, ma credo che non voglio darteli sei così bella senza" arrossisco, non sono abituata ai complimenti "non fare il bambino Marcelo, la stai spaventando" dice l'altro amico, quello che secondo me ha più giudizio Santino Gonzalo Vega, questo sembra convincerlo perchè sbuffa, "va bene, siete due guastafeste ragazzi" risponde e mi fa segno di andare a prendere gli occhiali, non mi sento sicura ma non posso fare altrimenti, lentamente mi avvicino quel tanto che basta per prenderli, siamo molto vicino al bordo e l'acqua alta mi spaventa moltissimo, sarò l'unica Californiana a non saper nuotare, ma a mia discolpa ho avuto una brutta avventura, "non avere paura dolcezza" il suo sorriso non mi tranquillizza nemmeno un po', allungo la mano per prendere gli occhiali e ci ero quasi riuscita, "mi sembri tutta accaldata perchè non ti rinfreschi un po'?" quello che ha detto mi ha fatto gelare il sangue, mi sono girata quel tanto per vedere la sua mano spingermi in piscina, non un suono è uscito dalla mia bocca, non un gesto, sentivo l'acqua entrare dalla bocca e dal naso, stavo affondando senza neanche reagire, morire all'età di ventun anni per mano di uno stronzo, questo devono scrivere sulla mia lapide, i miei occhi già sfocati si stavano chiudendo, non sentivo niente vicino a me, questa è la pace eterna che dicevano? "uno, due,tre" sento in lontananza "uno,due,tre" ancora una volta "Jessica reagisci forza" questa è la prima volta che Diego mi chiama per nome, aspetta Diego? cosa sta facendo? mi sento toccare e... e baciare? no! impossibile. Tossisco forte ed apro gli occhi, davanti a me ci sono tre ragazzi preoccupati, "Cristo Jessica, non rinvenivi più" dice Santino, sono confusa e cerco di sollevarmi, li vedo appannati "ero morta questo è sicuro" rispondo, "Sei andata giù come un sasso" ringhia Diego, mi giro su un lato respirando ancora a fatica "sono terrorizzata dall'acqua, mi blocco" rispondo lentamente, "Mi dispiace" guardo negli occhi Marcelo, mi ha chiesto scusa o sbaglio? "Madre de Dios, Jesy che ti è successo?" mia nonna nei suoi anni sessanta correva verso di me, analizzando la situazione, si accuccia vicino a me e mi accarezza "benedetta ragazza, come hai fatto a bagnarti tutta?" mi ero seduta e stavo guardando il modo in cui ero conciata, per mia vergogna la divisa era tutta trasparente e si attaccava alle mi forme in modo sconveniente, i miei capelli erano bagnati e sciolti sulle spalle, "sono scivolata per sbaglio" dico a mia nonna cercando di coprirmi il più possibile, " Santo cielo Jesy, sei così sbadata, lo sai che non sai nuotare e che ti terrorizza tutto quello che è profondo, andiamo tesoro o ti prenderà un raffreddore" ripete la nonna, mi aiuta ad alzarmi, ma le ginocchia mi cedono e sto per cadere, mi sento afferrare per la vita e sollevare da due braccia forti e muscolose, il profumo inebriante di Diego mi riempie le narici, arrossisco come un peperone, "signorino non c'è bisogno di portarla, l'avrei aiutata io" si lamenta mia nonna, lui le rivolge un semplice cenno del capo, annuisce silenziosa e ci precede verso le stanze della servitù, che vergogna, non mi dimenticherò mai la giornata di oggi, sospiro, le sue braccia non sembrano fare fatica a portarmi, eppure il mio peso lo tengo , lo sento rigido nel petto come se fosse fatto di marmo, alzo leggermente lo sguardo per vedere se riesco e inquadrarlo e ci troviamo a guardarci negli occhi, sembra quasi sorpreso quanto me, avvampo e calo la testa, senza dire una parola mi siede sul mio letto e sta per uscire "grazie signore" gli dico, si ferma sempre girato di spalle poi parla con mia nonna, "per oggi può stare a riposo, la chiamerò per la cena" le dice ed esce lasciando entrambe sbigottite. "cosa è successo piccola?" chiede mia nonna, non potevo raccontarle quello che è successo mi avrebbe fatta mandare via e non possiamo restare senza la mia paga, "sono scivolata tutto qui" non sembra molto convinta ma non dice altro, mi saluta per tornare in cucina, mi alzo per guardarmi allo specchio, sembro uscita da una lavatrice, il solo pensiero di riavvicinarmi alla piscina mi da il tormento, decido di farmi la doccia e riposare un po', prima di cena.

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