XIX.

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XIX.Jack guardò ansioso nella cella. Nessun cambiamento – nessun segno del risveglio che attendeva con tanta fiducia. Schwartz aprì il cassetto del tavolo. Tabacco e pipe; due o tre bicchieri; un pacco sporco di carte da gioco; la canzone del custode pazzo, con una xilografia del suicidio – tutto insieme. Prese dal cassetto la canzone, e due bicchieri, e invitò il suo ospite a uscire dalla cella. «Ecco, bevete», disse dopo aver riempito i bicchieri. «Non avete mai bevuto un vino così buono». Jack scosse il capo con aria disgustata. «Che cosa mi avevate assicurato l’altra sera quando bevevo con voi?», chiese, con aria di rimprovero. «Che il vino mi avrebbe riscaldato il cuore e mi avrebbe reso forte. E invece? Invece non ho potuto reggermi in piedi – ero così addormentato e stupido che

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