Quando il principe Bladud ebbe passato nell’oscurità della sua prigione la maggior parte di un anno, con nessun’altra prospettiva davanti agli occhi del corpo che un gran muro di pietra e davanti agli occhi della mente che una interminabile prigionia, incominciò naturalmente a ruminare un piano di evasione, il quale dopo mesi e mesi di preparazione riuscì una bella notte a tradurre in effetto, lasciando prudentemente il suo coltello da tavola nel cuore del suo carceriere; per tema che il pover’uomo, che aveva famiglia, non venisse sospettato di complicità nella fuga e punito per conseguenza dall’infuriato monarca. Re Lud fu preso dal delirio alla perdita dell’amato figliuolo. Non sapeva su chi rovesciare lo sdegno e la rabbia, fino a che ricordandosi per buona sorte del Gran Ciambellano,