In breve tempo mi trovai all'interno della nave seduta con la schiena appoggiata allo scafo e vidi una dopo l'altra le mie compagne di sventura arrivare nella mia stessa modalità. Ognuna trasportata da uno di loro, credo per evitare ulteriori incidenti.
Eravamo tutte vicine l'una all'altra, osservate da tutto l'equipaggio che nel frattempo si era avvicinato a noi. Un uomo si avvicinò con un piccolo secchio e un mestolo e con un gesto ci invitò a bere dell'acqua, con un filo di voce (ricordando ciò che mi era accaduto appena rapita ) dissi alle altre di non bere, perchè sicuramente ci avrebbero di nuovo reso incoscienti con qualche infuso strano; le ragazze impaurite mi diedero ascolto.
I guerrieri che ci avevano prelevate, si stavano togliendo l' armatura e la maschera. Erano tutti abbastanza giovani, credo di un'età compresa tra i venticinque e i trent'anni ed erano anche molto belli, con carnagione e capigliatura chiara.
Il più bello sicuramente era il mio salvatore di cui avevo già visto il viso perchè per tuffarsi in mare si era tolto la maschera. Era di una bellezza straordinaria, si era tolto anche l'armatura che gli copriva il torace... Indossava una tunica, corta fino alle ginocchia di color nero, che metteva in risalto il colore dei suoi capelli identico a quello del grano maturo. Erano ancora bagnati, a causa del bagno involontario, che aveva fatto a causa mia. I suoi occhi mi avevano affascinata già in precedenza, aveva uno sguardo così intenso che era difficile da dimenticare. Le sue braccia e il suo torace avevano una muscolatura possente che addirittura si notava dal di fuori della tunica. Sicuramente era il capo anche se era abbastanza giovane e, dovevo ammetterlo, non sembrava affatto un selvaggio.
L'uomo che ci aveva offerto da bere ci fece cenno di seguirlo, anche se eravamo abbastanza impaurite gli ubbidimmo, nel frattempo gli uomini dell'equipaggio si erano sparpagliati ognuno alle loro mansioni e i sei guerrieri erano spariti dalla mia vista.
Durante il tragitto che stavamo facendo notai che la nave era abbastanza larga e non molto lunga, ne dedussi che sicuramente si trattava di un mercantile e non di una nave da guerra.
Il nostro accompagnatore si fermò dinanzi ad una porta chiusa a chiave, che aprì tirando fuori una grossa chiave dalla sua tasca.
Il luogo che ci trovammo davanti era stranamente accogliente, era una stanza abbastanza grande. Mi colpì immediatamente l'arredamento, c'erano un tavolo e due panche, delle pelli di pecora a terra, credo fossero i nostri letti. Uno specchio e una spazzola sopra una mensola ed il tutto illuminato da tre piccoli oblò da cui filtrava parecchia luce. Il nostro accompagnatore, senza pronunciare una sola parola, posò il piccolo secchio con l'acqua sul tavolo e se ne andò... Richiudendo la porta a chiave dietro di se.