La separazione.

422 Parole
Arrivati davanti all’enorme porta del castello gli dissi di mettermi a terra che avrei continuato a piedi. Nel frattempo la porta stava aprendosi, era altissima e stupenda contornata da disegni floreali dorati, al centro era arricchita da strane figure che sembravano animali. Il cortile dove entrammon era talmente grande che non si riusciva a vederlo tutto, alcuni uomini all’interno stavano osservando il nostro ingresso, credo fossero dello stesso livello sociale di Vegard perché erano vestiti più o meno allo stesso modo. Seguimmo Vegard che ci condusse in una una stanza del castello dove due donne ci stavano attendendo. Mi colpì la loro figura, erano abbastanza alte e di corporatura robusta con uno strano abbigliamento non adatto a delle donne; indossavano una tunica corta fino alle ginocchia e in vita avevano legato un grosso cinturone da cui pendeva un fodero che lasciava intravedere il manico di un pugnale, forse erano anche loro delle guerriere. Avevano uno strano colore di capelli talmente chiaro che sembrava bianco, eppure erano abbastanza giovani. Vegard notò il mio stupore e si avvicinò sfiorando la mia mano per cercare un contatto con il mio corpo, disse che dovevamo seguire le donne e di stare tranquille che sarebbe andato tutto bene; mi strinse forte la mano lasciandola quasi subito e se ne andò seguito dai suoi uomini. Le donne ci condussero in un lungo corridoio ed ognuna di noi fu invitata ad entrare in una singola stanza e, dopo il nostro ingresso, richiusero la porta a chiave dietro di noi. Era la prima volta dopo tutto questo tempo passato insieme che venivamo separate e questo non mi piaceva affatto ma, chi mi mancava di più in quel momento era Vegard. Cercai di distrarmi da quel pensiero cercando di scoprire il nuovo luogo dove mi trovavo, era una stanza non molto grande, ma abbastanza confortevole, riscaldata da un braciere infuocato situato al centro. Il letto sembrava comodissimo, in una parete c’era un piccolo armadio e l’unica finestra aveva le sbarre. Mi affacciai per curiosare fuori dato che c’erano le sbarre non potevo sporgere la testa più di tanto e quindi avevo poca visibilità, riuscivo a vedere solo una parte del cortile. Richiusi la finestra sconsolata, il mio pensiero era sempre rivolto a Vegard e a quello che provavo per lui, avevo addirittura messo in secondo piano il voler sapere lo scopo di questo strano rapimento. Mi sdraiai sul letto stanca del lungo viaggio con lo sguardo rivolto verso la porta che speravo si aprisse per permettere al mio amato di entrare.
Lettura gratuita per i nuovi utenti
Scansiona per scaricare l'app
Facebookexpand_more
  • author-avatar
    Scrittore
  • chap_listIndice
  • likeAGGIUNGI