L'arroganza di Cassio.

637 Parole

Quando il mattino seguente mi svegliai ero sola, in camera non c’era neanche Livia. Mi vestii velocemente e andai alla sua ricerca e ciò che vidi in cortile era commovente, Livia nelle braccia di Vegard che gli sorrideva carezzandogli il volto. Lui impacciato e oserei dire quasi goffo, la teneva delicatamente come fosse talmente fragile da potersi rompere. Si accorsero della mia presenza e Livia disse: «Mamma». Vegard non ne fu affatto meravigliato mi trafisse con il suo sguardo mettendomi in scompiglio, mi accadeva sempre quando si comportava in quel modo.  «Ben svegliata amore mio, hai dormito per parecchio tempo.» La sua voce era musica per le mie orecchie, in effetti il sole era alto nel cielo probabilmente era tarda mattina. «Questa mattina ho avvisato tuo padre della nostra i

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