“Pezzi da otto” Data l’inclinazione della nave, gli alberi pendevano per un bel pezzo sull’acqua, e dalla mia gruccia del pennone di gabbia io non avevo sotto di me che la superficie della baia. Hands, che non era salito tanto, stava perciò più vicino alla nave, ed era caduto fra me e il bastingaggio. Tornò a galla una volta in un cerchio di spuma e sangue, dopodiché affondò per davvero. Tornata calma l’acqua lo vidi giacere raggomitolato sulla nitida sabbia lucente, nell’ombra dei fianchi della nave. Uno o due pesci guizzarono lungo il suo corpo. A volte nel tremolio dell’acqua sembrava muoversi un po’, quasi tentasse di alzarsi. Ma, colpito da un paio di palle, e per giunta annegato, era ben morto ed era carne per i pesci in quel preciso luogo dove lui stesso aveva pensato di scannarmi.