E sappiamo entrambi che restiamo simili, se ci sfioriamo poi prendiamo fuoco come i fiammiferi.
Megan POV
> strillò Sofia fuori dal bagno del nostro appartamento.
> strillai a mia volta in risposta.
Quella sera saremmo dovute andare ad una festa, precisamente di una confraternita, da quanto avevo capito quella della mia scuola, la Delta Tau.
Era una rimpatriata di inizio anno, tra l'arrivo delle nuove matricole come me e l'uscita degli ormai senior all'ultimo anno, ci sarebbero stati un po' tutti, soprattutto le confraternite più importanti.
Optai per un vestito blu non troppo volgare e neanche da bambina ingenua.
> dissi a Sofia uscendo dal bagno.
> rispose lei.
> dissi cercando il rossetto nella trousse.
Qualche minuto dopo eravamo entrambe pronte, presi il telefono ed uscimmo di casa.
La nuova Mercedes di Sofia ci attendeva nel garage.
> disse lei sprizzante di gioia.
Sbuffai in rimando e poi mi ricordai che ci sarebbe stato anche quella faccia tosta di Alex, non ragionavo lucidamente in sua presenza, le mie emozioni impazzivano.
Arrivammo alla festa e mi venne in mente la prima in cui andai insieme a Sofia, a casa di Rebekah, che oltretutto non si sapeva neanche più che fine avesse fatto. Certi dicono che il mio pugno in faccia alla festa di fine anno le abbia rotto il naso e che sia andata a Beverly Hills con la scusa di rifarselo insieme al seno, altri che abbia trovato un vecchio a cui spillare soldi. Chissà.
Tornando a me la Delta tau era immensa, un enorme Villa a schiera bianca con il simbolo della confraternita e della scuola in blu.
Centinai di ragazzi e ragazze tappezzavano l'intero giardino ubriachi come non mai, un misto di fumo, alcool e sesso girava in quel centinaio di metri.
> disse Sofia trascinandomi con se.
Entrammo dentro e iniziammo a cercare Kendal mentre tutto o quasi ci fissavano.
> dissi correndogli incontro.
Lo abbracciai e poi si dedicò a Sofia sbaciucchiandola.
Per poco non vomitai.
> chiese Kendal.
> disse Sofia leggermente ironica.
Ridacchiai e cercai di trattenermi nel dire la mia opinione.
> dissi facendo l'occhiolino rivolta ai miei amici che ricambiarono con un gesto poco cortese mandandomi a quel paese.
Iniziai a girovagare per la casa cercando la cucina per potermi prendere qualcosa da bere, quando mi scontrai con qualcuno.
> dissi aggrappandomi a un mobile per non cadere sui tacchi vertiginosi.
Alle mie parole si girò un ragazzo, per l'esattezza quello che mi aveva colpito.
Occhi azzurri come il cielo è lentiggini, un misto tra un bambino e un angelo.
> disse sorridendo.
Lo guardai imbambolata.
> chiese toccandomi il braccio non avendo risposta da parte mia.
> risposi.
> chiese il ragazzo scrutandomi attentamente.
> risposi balbettando, sembravo un idiota, ma dopotutto era il primo ragazzo con cui parlavo dopo Alex, almeno che non sia un amico.
> chiese Jason curioso.
> dissi sincera.
Scoppiò a ridere e poi mi prese per mano.
> disse semplicemente.
Lo seguii e arrivammo alla cucina, chiacchierammo un po' mentre mi versava della birra in un bicchiere di plastica rosso. Era davvero un bel ragazzo, faceva parte della confraternita, aveva la mia età e perciò era al secondo anno.
Mi chiese perché avevo deciso di iniziare l'università un anno dopo e gli spiegai a grandi linee il perché tralasciando Alex, mi sentivo a mio agio a parlare con lui, era così piacevole.
> disse sorridendo Jason.
> risposi ricambiando il sorriso.
Se ne andò e trovai dai miei amici trovandoli pochi minuti dopo.
> una voce gridò.
> disse Sofia tirandomi con se.
Kendal mi guardò in segno di comprensione e seguimmo tutti e due Sofia. C'era da dire che anche al college obbligo o verità era uno dei giochi più desiderati nelle feste, giusto per scambiarsi della saliva.
Iniziammo a sederci in cerchio quando di fronte a me come alzai gli occhi mi trovai Alex circondato da una rossa e una mora che continuavano a palparlo come se fosse un pupazzo.
Alzai gli occhi per guardarlo quando sorseggiò la sua birra dalla bottiglia e ricambiò lo sguardo sorridendo in modo scaltro.
> gridò una ragazza dai capelli neri come la pece.
La bottiglia iniziò a girare come la mia testa nel guardarla, il secondo bicchiere che avevo in mano di alcool iniziava a far effetto, non ero una gran bevitrice.
> chiese Kendal a fianco a me.
Annuii in risposta.
La bottiglia si fermò e indicò un ragazzo, e al secondo giro una ragazza piccolina e scura di pelle e così via.
La bottiglia girava e cose assurde succedevano, Alex aveva obbligato una delle due galline che gli stavano accanto di togliersi il reggiseno, una invece aveva obbligato lui a rimanere senza maglia, io d'altro canto continuavo a bere e insieme alla sbronza saliva la rabbia.
La bottiglia girò e si fermò un'altra volta su di me.
> chiese la rossa a fianco ad Alex mentre lui mi guardava.
> dissi fissandolo con aria di sfida.
Ero letteralmente furiosa, se avessi potuto gli avrei spaccato la faccia all'istante.
> strillò indicando Alex.
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva mentre Sofia e Kendal mi guardavano a bocca aperta aspettando un mio segnale.
> disse lui ridendo.
> ringhiai contro di lui.
Mi alzai e andai verso di lui, lo presi per le spalle e premetti le mie labbra contro le sue.
In quel momento le sue mani scivolarono una dietro la mia nuca tenendomi ben salda e l'altra sul mio fianco.
Mi si mozzò il respiro, spinse la sua lingua contro le mie labbra schiuse e mi baciò con ardore, come se avesse bisogno di questo.
Mi tremavano le gambe e le labbra al suo tocco, mi sentivo completa come se i pezzi mancanti di me si fossero ricomposti.
Un leggero grugnito di approvazione uscì dalle sue labbra, sapeva di menta e birra,un mix perfetto.
Qualche secondo dopo si scostò da me riprendendo fiato, cercai di riprenderlo anche io.
Cosa diavolo era successo?
Mi guardò e i suoi occhi erano più scuri del normale, pieni di non so cosa, desiderio forse?
Mi accorsi che intorno a noi era calato il silenzio, tutti ci guardavano senza emettere un fiato compresi i nostri amici.
> dissi e corsi fuori dalla casa.
Pochi secondi dopo Sofia mi raggiunse.
> chiesi.
> disse scrutandomi.
> risposi.
> chiese visibilmente allarmata.
> dissi scuotendo la testa.
> disse per poi fermarsi.
> chiesi guardandola negli occhi.
> disse.
> gridai in preda alle lacrime.
> disse Sofia.
> dissi ormai piangendo.
Sofia si precipito su di me e mi abbracciò.
Ero distrutta quel bacio mi aveva destabilizzato, nonostante sapessi e avessi detto alla mia amica che Alex non si ricordasse di me, quel bacio mi fece dubitare sul serio per la prima volta dopo mesi e mesi.
Uno stupido bacio in uno stupido gioco, avrebbe mai potuto ribaltare tutto?