Capitolo 11

619 Parole
Megan's POV  Quella sera presi una scelta, credere a Jason o fidarmi del mio istinto. Fu così che mi trovai in macchina con Alex, senza una meta precisa si immerse nell oscurità della strada e iniziò a guidare come se ciò fosse l'unica cosa che contasse in quel momento. Non lo avevo mai visto così furioso, non avevo mai visto perdere il controllo fino a questo punto, forse di una cosa aveva ragione Jason Alex non era un angelo, ma sicuramente non era il demonio che descriveva. Presi coraggio e nel silenzio più totale dell abitacolo accesi la radio Dusk Till Dawn.  Era la canzone perfetta in un momento così complicato, quasi assurdo. Poco dopo ci fermammo in un posto disperso nel nulla, sembrava una spiaggia o comunque era vicino al mare. "Scendi" disse senza troppi giri di parole, feci ciò che disse senza troppi "ma" come mio solito. Accese una sigaretta, aspirò a pieni polmoni e butto fuori il fumo come se stesse buttando fuori una nuvola di rabbia mista a frustrazione. "Pensi che sia un mostro?" Disse secco fissando il mare. "A-Alex" sussurrai. "No Megan, è semplice la risposta. Pensi o no che sia un mostro?" Disse girandosi di scatto verso di me. Non so come e non so perché anche con il buio pesto che ci circondava ed illuminati dalla luce fioca della luna riuscivo a vedere il colore dei suoi occhi sprizzare un senso di...Ansia? Paura? Aveva gli occhi di un bambino. Presi un respiro profondo "No, non lo sei per me." "Non sai tutta la storia, non sono ciò che ha descritto quel bastardo, almeno non del tutto" disse palesemente triste in volto. "Non ha importanza" risposi avvicinandomi a lui, per la prima volta lo vedi indietreggiare quasi mi sentii ferita a quel gesto inaspettato. "Ti prego non respingermi ancora" dissi avvicinando le mie mani al suo volto, sposto il peso del suo corpo da un piede all altro come un macigno avvicinandosi a me. " Tu, sei davvero una piccola strega" sussurrò sorridendo contro il mio collo. Ridacchiai " e tu sei proprio uno sbruffone" Prese il mio volto tra le sue mani e lo accarezzò delicatamente. "Ho bisogno che tu sia sincera con me, la mia vita è un casino, la mi testa è peggio di una centrifuga... so che non ci conosciamo, o almeno così sembra, ma la cosa assurda è che sembri l'unica persona di cui possa fidarmi, ti prego non mentirmi, almeno tu." Disse tutto d'un fiato allontanandosi da me e mettendo le mani nelle tasche dei jeans per poi tirare fuori un foglio. Lo guardai confusa. "Sai cos'è questa?" Chiese  Feci no con la testa non capendo, "no che cos'è?" "Una lettera" rispose. In quel momento il mio cuore si fermò per un attimo. La lettera era quella ne ero certa. "Sai cosa c'è scritto?" Disse fissando il foglio chiuso. Scossi la testa. "C'è scritto che mi ami" alzò lo sguardo e in quel momento capii che aveva avvertito la mia paura. "L'hai scritta tu, non so come e perché, ma so che l'hai scritta tu l'unica Megan che conosco sei TU, la scrittura è identica alla tua, come lo so? Letteratura, i mille appunti che prendi a lezione li vedo, ti vedo." Rimasi muta, il mio corpo sembrava paralizzato non riuscivo più a connettere il cervello con la lingua.  Ricordava? Mi stavo immaginando tutto? Cosa avrei fatto ora?  "Guardami, guardami cazzo e dimmi che sei tu e non sto immaginando tutto che il mio cervello non è andato completamente a puttane, guardami e dimmi la verità tutta la verità, se mi ami come hai scritto dimmi cosa mi nascondi tu e tutti quegli stronzi dei nostri amici."
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