La mente offuscata di George vacillava, catturando dei frammenti di ricordi e di pensieri che non avevano senso. Mentre, a poco a poco, riprendeva coscienza si accorse che Ragnar lo stava portando in braccio. Per un delizioso momento si permise di gioire della sensazione di leggerezza che provava, della sensazione che qualcuno tenesse abbastanza a lui da allontanarlo dai rischi in cui poteva incorrere. Poi, adagio, Ragnar lo raddrizzò e gli permise di scivolare contro il proprio corpo. L'impatto con il duro suolo di fronte al corpo di guardia gli procurò una fitta lancinante ai talloni, una fitta che gli sfrecciò lungo le caviglie e i polpacci. "Oh..." boccheggiò, aggrappandosi alla sua tunica per sorreggersi. "Fate attenzione. Dovete cavalcare, adesso." "Ma... Richard?" George volse in