Non lo rimpiango affatto, pensò Ragnar. Non nel suo intimo. Benché gli stesse dicendo tutte quelle cose, non le pensava sul serio, non proprio. Neppure il senso di colpa che provava per avergli rubato l'innocenza era in grado di annientare il delizioso impeto di desiderio che lo assaliva ogniqualvolta riandava con la mente alla sera prima. Il suo corpo e la sua anima gioivano al ricordo sensuale del serico corpo di lui allacciato strettamente al suo. Lo osservò mentre sollevava l'irrequieto bambino e se lo stringeva al petto, cullandolo dolcemente mentre girava intorno alla minuscola stanza, ostentando di ignorarlo. All'occhio di qualunque estraneo avesse sbirciato nella stanza sarebbero sembrati una famiglia: un padre, una madre e un bambino che si stavano recando a sud. Si trattava di u