George conficcò i tacchi nei fianchi della giumenta, seguendo Ragnar verso il ponte, percorrendo in senso inverso il sentiero che conduceva alla foresta di pini. Il bambino stava comodamente adagiato contro il suo addome, la guancia premuta contro il suo petto. Avrebbe dovuto essere in collera, furioso per il modo con cui Ragnar l'aveva costretto ad accompagnarlo in Danimarca, ma a onor del vero era felice. Felice di avere la possibilità di stare più a lungo con lui, di godere della vicinanza di quel grande corpo muscoloso. Sì, sapeva che Ragnar non nutriva il benché minimo affetto per lui- era apparso chiaro dalle scuse raffazzonate che era riuscito a farfugliare dopo che avevano giaciuto insieme, dalla promessa che gli aveva fatto che non sarebbe più accaduto- ma non se ne curava. Gli