Nostalgia d'Estate

904 Parole
Nell'aria un velo di nostalgia posa, la gente ripensa all'estate appena finita: a quell'afa densa, al sole che ardeva splendente nel cielo azzurro, vita nella vita. Lo guardavano, e in quell'abisso di blu si specchiava la gioia di giorni leggeri, l'eco di risate, salsedine e vento - un'estate dipinta con i colori più veri. … Oneshot BL: "L'Onda che Ci Unisce" Il molo di Vernazza era quasi deserto. Solo Adriano restava in piedi contro la ringhiera, gli occhi fissi sull'orizzonte dove il cielo azzurro sposava il mare. Settembre aveva portato via i turisti, lasciando nell'aria quel sapore agrodolce che sa di fine e di memoria. "La gente non capisce," mormorò una voce alle sue spalle. "Questo è il momento in cui la Liguria mostra la sua anima." Adriano non si voltò. Conosceva quell'accento veneto, quel tono che gli scivolava sulla pelle come lo scirocco d'agosto. Nove anni. Nove estati da quando Claudio l'aveva spezzato per andare a "costruirsi un futuro" a Milano. "Sei invecchiato bene, pescatore," aggiunse Claudio, appoggiandosi alla ringhiera accanto a lui. Profumava ancora di zagara e sale, come quando lavoravano insieme sulla barca di suo nonno. Adriano incrociò le braccia. "Cosa ci fai qui? Le tue cliniche dentistiche ti annoiano?" "Le cliniche odontoiatriche," lo corresse Claudio, un sorriso negli occhi grigi. "Mi manca l'odore delle reti da riparare. E.… altre cose." Il silenzio scese, rotto solo dal battere delle onde sugli scogli. Adriano chiuse gli occhi: rivide Claudio a 19 anni, nudo e luccicante dopo un tuffo, i riflessi del sole che giocavano sui suoi muscoli mentre lo sfiorava "per caso". Rivide le notti in cui si amavano nella stiva, soffocando i gemiti nel rumore del mare. "Perché sei tornato?" chiese, la voce più roca del previsto. Claudio gli sfiorò il polso. "Perché quel cielo azzurro..." indicò l'orizzonte dove il tramonto accendeva strisce d'ambra "...mi ricorda come baciavi. Con tutta quell'urgenza, come se avessi paura che l'estate finisse." Adriano lo guardò finalmente. I capelli biondi erano più corti, ma gli occhi conservavano quella sfida che lo faceva impazzire. "L'estate è finita, Claudio. Come noi." "Davvero?" Con un movimento fluido, Claudio gli cinse la vita. "Allora perché tremavi quando ti ho sfiorato?" Il respiro di Adriano si spezzò. Il tocco era una scossa elettrica, un ritorno a quando il mondo era solo questo mare e le loro mani frementi. "Non fare giochi che non puoi finire." "Non è un gioco." Le labbra di Claudio sfiorarono il suo orecchio. "È un ricordo. Quella volta che ti ho spinto contro gli scogli di Groppo... ricordi? L'acqua era così fredda, ma tu eri un vulcano." Adriano gemé. Il ricordo lo travolse: le onde che li spingevano l'uno contro l'altro, i morsi di Claudio sul suo collo, il modo in cui lo aveva sollevato facendolo urlare al cielo azzurro. "Sei ancora mio," sussurrò Claudio, le dita che gli slacciavano i bottoni della camicia. "Lo sento." "Non... qui..." tentò di protestare Adriano, ma il corpo tradì la voce. Si inarcò quando quelle mani esperte gli palparono il petto. Claudio rise, un suono basso e pericoloso. "Dove allora? Nella tua barca? Come la prima volta?" La "Marietta" dondolava a venti metri. Adriano annuì, incapace di parlare. Sulla passerella, Claudio lo spinse contro l'albero maestro. "Voglio rivedere quel sole nei tuoi occhi," mormorò prima di catturare le sue labbra. Il bacio fu un'esplosione. Nove anni di rabbia, nostalgia e desiderio represso si sciolsero in un groppo di passione. Adriano lo afferrò per i capelli, mordendogli il labbro inferiore, sapore di sangue e mare. Le mani di Claudio gli aprirono i jeans, le dita che scivolavano dentro con una familiarità bruciante. "Sei sempre così sensibile qui," sibilò mentre Adriano si sfregava contro di lui. "Mi mancava questo suono... questi gemiti rotti..." "Claudio... bastardo..." "Lo so." Lo fece girare, schiacciandogli la schiena contro il legno caldo. "Ora guarda il cielo," ordinò, slacciandosi i pantaloni. "Guarda quel blu che ci ha visti innamorati." Adriano obbedì, gli occhi annebbiati fissi all'azzurro sopra di loro mentre Claudio lo preparava con movimenti spietatamente lenti. "Ti odio..." "Bugiardo." Con un colpo secco, Claudio lo penetrò. Un grido strappato al cielo. Adriano afferrò le corde, i tendini del collo in tensione mentre Claudio lo prendeva con possessività animale. Ogni spinta era una punizione e una promessa, ogni ritirata una tortura sublime. Il mare li cullava, complice, mentre il sole accendeva di fuoco le loro pelle sudate. "Così... ecco com'è il paradiso..." ansimò Claudio, affondando più profondamente. Le sue dita serrarono i fianchi di Adriano, lasciando lividi che sarebbero durati giorni. Quando l'orgasmo li colse, fu come un'onda che li travolse. Claudio lo tenne stretto, mordendogli la spalla mentre Adriano urlava il suo nome verso il cielo, il corpo scosso da brividi infiniti. Restarono avvinghiati, il respiro affannoso che si fondeva col rumore del mare. Claudio baciò la sua nuca. "L'estate non è finita, Adriano. È solo... cambiata stagione." Adriano si voltò, gli occhi lucidi. "Tornerai a Milano." "No." Claudio gli sfiorò le labbra gonfie. "Ho venduto tutto. Compro la vecchia bottega di tuo padre. Resto." Nel cielo sopra di loro, un gabbiano volava verso l'orizzonte. Adriano vide riflessa in quell'azzurro infinito la loro giovinezza, il dolore, e ora - incredibilmente - una seconda possibilità. "Allora portami a casa," sussurrò. "Ti mostrerò come bacio adesso." E mentre la "Marietta" dondolava sulle onde, due corpi si persero nell'abbraccio del tramonto, scrivendo una nuova storia nello stesso cielo azzurro. Fine.
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