Andrea chiuse la porta dietro Diego, senza smettere di fissarlo con diffidenza. L’idea di averlo nel suo appartamento gli dava un fastidio che non riusciva a spiegare. Diego non c'entrava niente lì.
“Parla,” disse, incrociando le braccia e mantenendo le distanze.
Diego si guardò intorno con una calma irritante, come se stesse studiando ogni dettaglio della stanza prima di rispondere. Poi tornò a guardarlo dritto negli occhi. “Tu e io dobbiamo smetterla di comportarci da ragazzini.”
Andrea sollevò un sopracciglio. “Ragazzini? Sei serio?”
Diego fece un passo avanti, accorciando la distanza tra loro. “Sì. Perché questo è esattamente quello che siamo in questo momento. Due bambini che si fanno la guerra senza motivo.”
Andrea sentì un moto di rabbia salire. “Ah, quindi ora la colpa è anche
