Teo fissava la porta dalla quale Luca era appena uscito, sentendo dentro di sé un vuoto incolmabile. Avrebbe dovuto sentirsi sollevato. Aveva messo le cose in chiaro, aveva mantenuto il controllo. Ma allora perché sentiva come se avesse commesso un errore?
Si lasciò cadere sulla sedia, massaggiandosi le tempie. Lavoro. Doveva concentrarsi sul lavoro.
Passò l’intera giornata sommerso tra documenti e riunioni, ma ogni volta che chiudeva gli occhi rivedeva il volto di Luca, sentiva il suo profumo, il calore della sua pelle sotto le sue dita. Ogni parte di lui gridava di correre a cercarlo, di non lasciarlo andare.
Ma non poteva.
Non doveva.
Quando finalmente lasciò lo studio, il sole era già calato. Si incamminò verso casa, cercando di ignorare la stretta che sentiva nel petto. Ma più ce
