Teo si stava allenando con Raul quando furono raggiunti da Vittorio e Jared, che volevano unirsi a loro. L'allenamento proseguì per parecchie ore, con i quattro uomini che si allenavano intensamente. Teo, pur essendo più giovane, dimostrava di essere ormai molto preparato. Si era allenato duramente per diventare sempre più bravo nell'uso delle armi, sentendosi pronto ad affrontare definitivamente il Comandante Smith.
Al termine dell'allenamento, i quattro uomini decisero di andare a vedere come se la stavano cavando gli altri. Quando passarono vicino, furono fermati di corsa da Carlos e Luca, i bambini. Teo baciò i suoi fratelli e poi, con loro in braccio, si diresse verso gli altri membri della famiglia.
Arrivati, i bambini scesero dalle braccia dei loro fratelli e, correndo felici, si avvicinarono alla loro madre. Lei li prese in braccio, sorridendo: «Miei piccoli, siete diventati così grandi, non potete immaginare quanto mi siete mancati.»
«Anche tu ci sei mancata, mamma. Ma dov'è papà?» chiese Luca dopo averle dato un bacio.
La madre s'incupì per un momento, non rispose, ma a quel punto parlo Carlos: “Papà… è in un posto migliore”
«Come fai a saperlo?» chiese Luca, guardandolo perplesso.
Carlos lo guardò per un po', poi rispose: «L’ho visto nei miei sogni a occhi aperti», un modo che Carlos usava per descrivere le sue visioni.
Maria si rivolse quindi a Riccardo, chiedendogli: «Cos'è questa storia?»
«Mamma», disse Riccardo avvicinandosi a lei e ponendole una mano sulla spalla, «i gemelli hanno dei poteri. Carlos prevede il futuro e Luca usa la telecinesi.»
La madre guardò Riccardo con uno sguardo sconvolto, e poi crollò a terra, piangendo. «Ho sperato che almeno i miei figli più piccoli potessero vivere una vita normale. Non devono soffrire.»
Riccardo si chinò verso di lei e le disse: «E per questo dobbiamo fermare l'esercito del silenzio.»
….
Nel frattempo, Adam Smith si trovava nella palestra della caserma, intento a colpire ripetutamente il sacco da boxe. Il suo petto muscoloso era completamente sudato e ogni pugno che dava faceva contrarre i suoi muscoli. Era furioso. Riccardo gli era sfuggito ancora una volta, ma qualcosa era andato storto. Inoltre, aveva rivisto quel mostro che era suo fratello. Adam si sentiva bruciare dalla voglia di vendicarsi e si riprometteva di farla pagare a tutti. Riccardo sarebbe tornato nelle sue mani. Il suo obiettivo era rinchiuderlo da qualche parte e non permettergli mai più di andarsene.
Ogni volta che pensava a come aveva distrutto sua sorella Karen, l’unica cosa che ricordava era che, quando era furioso, la sua bellezza diventava ancora più luminosa, e i suoi poteri erano eccezionali. Sapeva che con lui a suoi fianco sarebbe diventato padrone di quel mondo e di tutti gli altri.
Adam colpì il sacco con un pugno talmente forte che si polverizzò all’istante. La sua forza sovrumana lo avrebbe sicuramente fatto schiacciare Teo, quel maledetto che gli aveva portato via Riccardo. «La pagheranno cara tutti» disse, stringendo i pugni sui fianchi.
…
Nel frattempo, Karen Smith si svegliò in una stanza che non era la sua. Guardandosi intorno, si accorse che si trovava nella stanza di suo fratello. Si alzò barcollando dal letto e si avvicinò allo specchio. Si guardò e non notò nulla di diverso in lei, ma la cosa che la soddisfaceva di più era che Riccardo pensava di averla uccisa. Scoppiò a ridere, poi ricordò quello che era successo due giorni prima.
Riccardo era svenuto sul pavimento, mentre lei si trovava lì a guardare il suo nemico disperato, credendo di averla uccisa. Tutto si svolse rapidamente. I traditori sparirono nel portale creato da Sofia. Karen era riuscita a rifugiarsi nel muro, un potere che le permetteva di mimetizzare il suo corpo contro qualsiasi superficie. Quando Riccardo l’aveva afferrata per il collo, lei aveva attivato il suo potere, creando una copia di sé e rifugiandosi nel muro. Ma usarli la lasciava sempre esausta, ed era svenuta subito dopo. Adam la aveva presa in braccio e l’aveva portata nella stanza dove si trovava adesso.
Un rumore alla porta la riportò alla realtà. Vide suo fratello entrare, avvicinarsi a lei e sedersi accanto, prendendole i capelli tra le mani e tirandoglieli con forza. «Che cosa ti è venuto in mente a puntare una pistola contro Riccardo?» le chiese, furioso.
«Non volevo, fratello, ma Teo deve essere mio. Non sopporto che lui abbia il suo cuore, mentre io non ho niente di lui.»
«Di cosa stai parlando?» chiese Adam, liberandola dalla sua presa.
«Teo e Riccardo si amano da sempre, e ora che sanno di non essere fratelli, niente potrà separarli.»
«Questo lo vedremo», disse Adam, alzandosi.
L'esercito del silenzio si era riunito, in attesa del suo comandante. Quando Smith entrò, i soldati si misero immediatamente sull’attenti. Smith si avvicinò a loro e, con tono serio e severo, disse: «Gli speciali sono entrati nel nostro territorio, e non possiamo permettere che ciò accada ancora. Dobbiamo stanarli nei loro rifugi. Ognuno di voi sarà incaricato di trovare e distruggere i loro rifugi.»
«Signore, sì, Signore!» risposero in coro i soldati.
«Bene, ora andate a fare il vostro dovere.» I soldati si dispersero, pronti ad agire. Era l'inizio di un periodo di caos e terrore.
…
Nel rifugio, Luca e Vittorio stavano aspettando gli uomini che erano andati a fare provviste. Quando arrivarono, scesero dai camion quasi correndo. Uno di loro, con il fiatone, disse: «Siamo nei guai. L’esercito del silenzio sta facendo sopralluoghi per trovare i nostri rifugi. Tutti i comuni che ci aiutano sono stati portati via in catene. Anche i proprietari del nostro supermercato di fiducia sono stati portati via, ma per fortuna ci hanno fatto uscire dalla porta sul retro.»
«Per fortuna i soldati dell’esercito del silenzio non sono proprio noti per la loro intelligenza», disse un altro uomo, facendo sorridere il primo.
«Se davvero stanno cercando i nostri rifugi e stanno facendo prigionieri i comuni che ci aiutano, non è più una guerra solo nostra, ma anche della gente comune.»
«Che cosa hai in mente di fare, Luca?» chiese Teo all’uomo con i capelli bianchi.
«Prima di tutto, convochiamo il consiglio. Così potrò esporre il mio piano. Ora l’esercito del silenzio è andato troppo oltre.»
Si diressero verso i camion per aiutare a prendere le provviste, poi entrarono nel rifugio e chiamarono i membri del consiglio, tra cui Sofia, Jared e Vittorio. Luca cominciò a parlare:
«L’esercito del silenzio ha preso di mira anche i comuni che sono dalla nostra parte, e presto potremmo dover affrontare tutti gli altri. Dobbiamo fermarli.»
«Che cosa hai in mente?» chiesero in coro i membri del consiglio.
«Dobbiamo metterci in contatto con i capi dei vari rifugi e dei comuni. Dobbiamo chiedere il loro aiuto.»
L'idea di Luca fu accettata da tutti. Quando si allontanarono, Sofia si avvicinò a lui e gli chiese: «Sei sicuro che i capi dei comuni ci aiuteranno? Sai quanto possono essere egoisti.»
«Ci aiuteranno, perché anche la loro gente è in pericolo.»
I due anziani si scambiarono uno sguardo, con un sorriso triste. Si abbracciarono, consapevoli che quella sarebbe stata una battaglia decisiva. E non sapevano cosa gli avrebbe riservato il destino, ma sapevano che non sarebbe finita bene per tutti.