CAPITOLO 7

1579 Parole
Mancavano due giorni, compreso oggi all'inizio della prossima settimana, quando ci sarebbero state le famosissime e tanto attese Olimpiadi. Tutto il paese era in fermento, pronto a rendersi utile e disponibile per dare il benvenuto ai branchi che fra poco più di 48 ore sarebbero arrivati. Adesso io e i miei fratelli stavamo aspettando solo che la piazza della nostra cittadina si riempisse, Ruven aveva indetto una specie di riunione per parlare con tutto il branco. Io stavo al fianco di Eirik, mentre l'Alpha era davanti a noi, pronto a parlare. Non mi piacevano fatto questo tipo di conferenze, mi facevano stare con il batticuore. Non ero una ragazza molto espansiva e sociale. Io ero più una ragazza che si trovava bene in un piccolo gruppo di persone. Non mi era mai piaciuto stare al centro dell'attenzione e non mi ci ero abituata nonostante fossi la figlia dell'Alpha Ivan. Avevo 22 anni, avevo passato una vita intera segregata in casa, non avevo molti amici e l'unico che giocava con me era Eirik. Fortunatamente crescendo però qualche conoscenza l'avevo fatta senza che mi temessero per via della mia posizione sociale. Nonostante la mia vita da casalinga, ero sempre sulla bocca di tutti i cittadini. E questo non mi era mai piaciuto. Odiavo i piccoli paesini come questo, ogni uno si faceva sempre gli affari degli altri, ogni uno pensava a sparlare chiunque, la vicina di casa, la nuora, la suocera, l'amico... mi venne da sbuffare, era anche vero che tutti i branchi erano sempre molto uniti e tutti si aiutavano a vicenda, l'unica cosa che trovavo positivo. -Buonasera a tutti!- Ruven mi riportò alla realtà quando sentì che cominciò a parlare ai cittadini. Solo ora mi accorsi che la piazza era gremita di gente. C'era molta confusione e le persone erano ammassate e non feci a che pensare a quanto io, se fossi stata lì in mezzo a tutta quella gente, mi sarei sentita soffocare per via della mia claustrofobia. -Ehi, tutto bene?- chiese Eirik prendendomi la mano e stringendomela leggermente cercando di catturare la mia attenzione, riportando la mia mente a terra. Molto probabilmente aveva capito che avevo avuto un attimo di panico. Sbattei un paio di volte le palpebre e presi un grosso respiro, non mi ero accorta di aver smesso di respirare. Alzai lo sguardo che avevo inchiodato al pavimento per evitare di guardare la massa di persone di fronte a noi. Lo guardai negli occhi e gli sorrisi lievemente -si tranquillo-. -cosa c'è Narah?- chiese avvicinandomi a sé e prendendomi in modo delicato il mento. Mi stava scrutando attentamente, cercò di annusare l'aria in torno a noi cercando di capire se ci fosse qualcosa che non andava. Poi mi ripose i suoi occhi sui miei e continuavano a guardare i suoi alternando fra quello destro e quello sinistro. -ti ho già detto... nulla, tranquillo- scossi la testa e mi allontanai un momento, gli sorrisi e guardai Ruven di fronte a noi. -solo un po' di timidezza davanti a tutte queste persone- dissi continuando a guardare le spalle di Ruven. Sapevo che Eirik mi stesse guardando, ma non ricambiai, poiché sapevo benissimo che sarebbe riuscito a vedere che non avevo detto del tutto la verità e non volevo iniziare una conversazione che non era pertinente con quello che in quel momento dovevamo fare. -allora, come già sepete, fra soli due giorni ci saranno le Olimpiadi che dureranno qualche giorno- cominciò ad introdurre Ruven. Aveva alzato la voce, per poter farsi sentire da tutti, anche da quelli in fondo alla piazza. -ho deciso inoltre di portare delle modifiche- continuò, e fu lì che io ed Eirik ci guardammo spaesati. Di che modifiche stava parlando? Non ricordavo che lui ci avesse detto qualcosa a riguardo di alcuni cambiamenti che stava menzionando Ruven. Fortunatamente anche lo sguardo si Eirik mi confermò che nemmeno lui ne sapeva qualcosa. Conoscendomi bene, avrei potuto anche dimenticarmi si qualsiasi cosa, dalla meno importante alla più fondamentale. Non ero una ragazza che si ricordava le cose, spesso tendevo a dimenticarmi anche quello che io stessa dovevo fare. Ma fortunatamente in quel momento anche Eirik mi stava confermando che non solo, io mi ero potuta dimenticare qualcosa, ma proprio il fatto che Ruven non ne aveva fatto parola con noi. E questo ci spiazzò completamente. La cosa inoltre che non capivamo era il perché... perché non parlarcene? O almeno, non per forza con me, ma con suo fratello, il suo Beta e amico fidato... Forse secondo lui avremmo potuto andare contro la sua idea. In ogni caso quello che avrebbe detto, si sarebbe fatto comunque, quindi non trovo dove fosse il problema. Ovviamente era lui l'Alpha, quello che decideva sempre, quello che dava ordini e che faceva sempre di testa sua, quindi... perché non parlarne con noi? Ci girammo verso Ruven che non si era girato e non aveva nemmeno scambiato uno sguardo con noi, ignorandoci completamente. Come se non sapesse che io ed Eirik non ne sapessimo nulla. Poi però un pensiero mi venne in mente. Magari c'è ne aveva parlato ed io e il Beta non ci eravamo accorti che fosse un cambiamento? Scossi la testa mentalmente accigliandomi. No, impossibile. Se ci penso bene, non c'era nulla di diverso rispetto alle altre Olimpiadi che erano state svolte gli anni precedenti. Quindi, a cosa aveva apportato delle modifiche l'Alpha? Attesi con impazienza cosa volesse dire, magari avremmo scoperto che cosa ci riservava questo cambiamento di cui parlava Ruven. -ho deciso, che chi vorrà, potrà partecipare anch'esso alle Olimpiadi- disse facendomi stupire di questa sua iniziativa. -più tardi la signorina Narah ed Eirik prenderanno le firme di chi vorrà partecipare. Ovviamente se deciderete di partecipare, sfiderete il popolo degli altri branchi- continuò cominciando a gesticolare con le mani -inoltre vorrei ringraziare tutte le donne che si sono offerte di aiutarci per preparare e allestire tutto in modo che per i prossimi giorni sia tutto perfetto. E anche gli uomini che si sono offerti di venire a caccia per poter preparare e prendere abbastanza scorte per gli ospiti- Mio fratello era sempre stato un buon Alpha per il suo branco, aveva preso sul serio il suo ruolo, da tutta la vita era stato preparato da nostro padre per diventare un Alpha degno di essere chiamato tale. Era un Alpha molto rispettato e spesso nelle sue decisioni, oltre ad essere sostenuto e consigliato dal suo beta, lui comunque prendeva in considerazione il branco. Per prendere delle decisioni importanti preferiva pensarci a lungo per vedere se poteva essere coinvolto in modo negativo tutta la nostra cittadina. Mio padre era stato sempre molto severo con Ruven riguardo ai compiti e ai duri che doveva avere lui come Alpha. Ci teneva tanto, forse troppo, ma alla fine si era rivelata una cosa molto importante. Nostro padre lo aveva cresciuto molto bene, gli aveva insegnato tutto quello che avrebbe potuto insegnargli, lo aveva portato avanti tale e quale a lui. Nonostante nostro padre spesso sembrava severo, in realtà era molto più tranquillo come uomo. Certo con nostro fratello era molto severo e minuzioso, però al di fuori di tutto ciò che comprendeva il lavoro, era molto giocherellone e simpatico. Il fatto di avere dei genitori che comunque non erano severi per via della loro posizione sociale, non era scontato. Spesso ringraziavo la dea luna per avermi dato dei genitori che ci amassero sempre e comunque, in ogni situazione, che se sbagliavamo e cadevamo, loro erano sempre pronti a starci accanto, ad incoraggiarci e aiutarci a sollevarci e riprovarci anche mille volte, finché non ci riuscivamo. Sospirai e guardai tutta la cittadina, mi misi a pensare a cosa stessero pensando tutti riguardo al cambiamento di mio fratello. E stranamente, questa volta non aveva detto nulla a nessuno, più tardi in ogni caso avrei chiesto a Eirik delle spiegazioni. Ero sicura che il Beta avrebbe preteso delle spiegazioni. Sapevo benissimo che non fossero affari miei, ma la mia curiosità era senza limiti. Quindi sicuramente mi sarei messa ad origliare durante la loro conversazione, cosa sconsigliata, perché se Ruven mi avesse scoperto sarebbero stati guai seri. O avrei semplicemente chiesto ad Eirik di raccontarmi tutto. -per chi vorrà partecipare di voi, dovete sapere che vi sfiderete sempre in modo giocoso per passare del tempo assieme e per conoscervi meglio fra i branchi- continuò a spiegare. Mi resi conto che forse aveva continuato a parlare, ed io non aveva capito nulla. -detto questo, la nostra riunione è finita, potete andare tutti- congedò tutti Ruven. Dopo tutta la riunione e per la prima volta da quando eravamo qua in piazza, Ruven si gira verso di noi e si avvicina mettendo le mani nella tasca dei pantaloni che fasciavano le sue gambe snelle e muscolose in modo estremamente sexy. -si può sapere perché non mi hai detto nulla?- chiese leggermente alterato Eirik, non penso che fosse arrabbiato per il fatto che non si avesse detto la modifica, ma per il fatto che non gli aveva proprio parlato di quella cosa. -non ora, non è il momento- ringhiò fra i denti infastidito, fece una pausa, guardandolo truce -ne parliamo più tardi- continuò limitandosi a fargli qualche pacca sulla spalla -andate a raccoglie le firme, i figli sono già lì- indicò un tavolo con dei fogli già pronti. Rimasi a bocca aperta, si era già organizzato per tutto. Aggrottai le sopracciglia e mi girai a guardare Eirik, e mi accorsi che Ruven si era già avviato per tornare a casa.
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