CAPITOLO 6

1667 Parole
Aprì la porta di casa e dopo che entrammo aiutai Evan a togliersi la giacca. -Tesoro cosa vuoi per cena?- gli chiesi abbassandomi alla sua altezza per guardarlo meglio. Lui mi sorrise e con le due fossette che comparvero sulle sue guance paffutelle rispose -nulla mamma, sto bene così- negò con la testa -adesso vado in camera, gioco un po' con le macchinine e poi andrò a letto- disse. -sei sicuro? Non hai fame?- chiesi con un cipiglio. Mi sembrava strano che non volesse mangiare. Lui divorava qualsiasi cosa e non aveva fondo... -si mamma, tranquilla- mi diede un bacino sulla guancia e si affrettò a salire le scale, solo che si fermò a metà girandosi verso di me -aspetto il tuo bacio della buonanotte, non dimenticarlo- disse per poi sparire dietro il corridoio. Sorrisi e mi rialzai, andai in cucina e presi un po' di frutta, decisi di mangiarmi una banana, così ne presi una dal cesto che conteneva la frutta e la sbucciai. Mi appoggiai con il fondoschiena al ripiano e guardai fuori dalla finestra. -dove sei stata?- sobbalzai dallo spavento e mi girai verso Ruven che era comparso all'improvviso sull'uscita della porta nella stessa posizione che aveva quando era arrivato per pranzo, la spalla attaccata allo stipite e le braccia incrociate. Presi un morso della banana e lo ignorai continuando a guardare la finestra, non avevo voglia di discutere, non adesso. Ero stanca e l'unica cosa che volevo fare dopo essermi mangiata la banana era andare a letto, fra le mie calde coperte, non prima però di aver dato il bacio della buonanotte ad Evan. Vidi con la punta dell'occhio Ruven ancora là, nella stessa posizione, non si era mosso di un millimetro. Mi girai e lo guardai meglio, era proprio bello... -sono stata nel bosco- risposi addentai ancora una volta il frutto. -Evan ha visto Jin?- chiese sciogliendo le braccia ed avvicinandosi, io annuì semplicemente in risposta e continuai a guardare fuori sperando che se ne andasse. -cosa guardi? La luna?- domandò. Sbuffai sonoramente e mi girai a fissarlo negli occhi, nonostante il buio della cucina, dato che non avevo acceso la luce -cosa vuoi? Stai cercando qualche scusa per insultarmi?- avevo un tono scocciato. Mi chiedevo cosa volesse da me. Stranamente era tranquillo, ma forse era solo tutta apparenza. Ormai fra noi c'era guerra da anni, e specialmente Ruven trovava sempre una scusa per potermi deridere o insultarmi con delle battute maschiliste. L'uomo di fronte a me non rispose, ma notai che strinse le mani in pugni molto probabilmente per cercare di calmarsi e non rispondermi in malo modo. Si girò e se ne andò dalla cucina lasciandomi finalmente sola . Buttai la buccia e mi diressi al piano di sopra facendo attenzione a non fare rumore ed a non inciampare per via delle luci spente. Arrivai nella stanza di Evan, bussai leggermente, ma non sentendo nessun rumore aprì piano la porta. Sorrisi a ciò che vidi. Evan era a letto con il suo pigiama e il suo peluche preferito in mano. Mi avvicinai e mi chinai, stava dormendo... gli diedi un bacio sulla fronte e presi le coperte e lo coprì meglio. -buonanotte tesoro- dissi a bassa voce per poi alzarmi ed uscire. -buonanotte mamma- sentì dire al piccolo mentre stingeva il suo peluche. Gli diedi un'ultima occhiata e mi diressi in camera mia, che era affianco alla sua. Entrai e mi venne un colpo vedendo Eirik seduto sul letto -e tu che ci fai qui?- chiesi aggrottando le sopracciglia. Era sera pensavo che tutti fossero a letto. -ti aspettavo...- si strinse nella spalle -ho aiutato Evan a lavarsi i denti e mettersi il pigiama, si è addormentato subito- disse sorridendo. -ho visto- mi avvicinai allo specchio e cominciai e pettinarmi i capelli ricci dopo averli sciolti. -voleva andare da Rafe- dissi guardando mio fratello dal riflesso dello specchio. -si?- avevo un tono divertito -ma si annoia sempre da lui- ridacchiò. -infatti, gliel'ho detto anche io- mi strinsi nelle spalle poggiando la spazzola sul mobile -siamo andati nel bosco e abbiamo visto Jin- continuai girandomi a guardarlo. -ha giocato con i cuccioli tutto il tempo...- mi alzai e mi diressi verso l'armadio. -bene sono contento che si trovi bene con loro- mi seguì con lo sguardo Eirik -a scuola invece, tutto bene?- domandò. -si, ho visto Helen- cominciai a togliermi la tuta - mi ha detto che hanno trovato un altro cucciolo- lascai cadere a terra il vestito. -ho sentito...- si alzò dal letto e mi venne ad abbracciare da dietro, cingendomi la vita con le sue braccia muscolose -ahhh... la mia sorellina, così giovane e già mamma- disse baciandomi la tempia dolcemente cullandomi a destra e poi a sinistra dolcemente. -già... chi se lo sarebbe mai aspettato- dissi pensierosa. Tirai fuori il mio pigiama, aspettando che Eirik si staccasse da me per poterlo indossare. -cosa pensi che dirà il tuo compagno quando saprà che sei una madre?- chiese allontanandosi di un passo e continuando ad osservare il mio fisico. Sbuffai sonoramente ed indossai il pigiama -non mi parlare di compagni...- dissi per poi sdraiarmi sul letto. -sai che non è la mia priorità al momento...- continuai sistemandomi le coperte. -ma non puoi decidere quando incontrarlo- ribattè Eirik -e non potrai rifiutarlo- continuò facendomi sbuffare ancora -adesso ti lascio dormire, buonanotte sorellina- mi diede un altro bacio sulla guancia e se ne andò spegnendo la luce e lasciandomi dormire. **•̩̩͙✩•̩̩͙*˚ ˚*•̩̩͙✩•̩̩͙*˚* -ciao tesoro, divertiti, ci vediamo più tardi- accarezzai i folti capelli di Evan da digli un bacio sulla fronte e sorrisi vedendolo entrare nella stanzetta per poi giocare con i cuccioli. Oggi dovevo andare a vedere quali case potessero essere affittate per gli ospiti e fortunatamente veniva anche Eirik a darmi una mano, sennò ci avrei messo anche troppo tempo. Mi diressi verso casa, ma il passaggio mi venne bloccato da due ragazze. Sbuffai infastidita -dorey, doris, cosa volete?- spostai il peso del corpo da una gamba all'altra osservandole. -buongiorno anche a te cuginetta- ridacchiò doris, una delle due gemelle con i capelli corti, aveva un'aria divertita... si stavano divertendo a farmi perdere tempo... -si, ciao anche a voi- risposi frettolosamente e scocciata -avete qualcos'altro da dirmi? O posso andare? Ho molto da fare in vista delle olimpiadi- chiesi. -siamo passate per dirti che Rafe ha detto che vuole vederti- catturò la mia attenzione Dorey, quella con i capelli lunghi. Incrociò le braccia sotto il seno in attesa di una mia risposta. -ve lo ha detto lui?- mi grattai la testa, non sapevo ancora quando poterci andare, se avessi avuto un attimo libero, sarei andata a trovarlo volentieri, ma non sapevo quando Ruven mi avrebbe lasciato un attimo per prendere fiato. -si, stamattina siamo passate davanti a casa sua, e ci ha fermate a parlare per mezz'ora- disse sbuffando Doris, si vedeva che non le era piaciuta per la lunga chiacchierata, si guardò le unghie e si sistemò le cuticole per poi fissarmi di nuovo. Quasi mi misi a ridere, per le loro facce annoiate. -si...- scossi la testa in pensiero -vedrò di andarci quando posso, adesso come vi ho già detto, sono impegnata- ribadì per poi aggirarle ed andarmene con passi svelti. -non dimenticartene!- mi urlò dietro Dorey. Certo che quelle due erano davvero dei maschiacci. Fra le due Dorey era quella più tranquilla. Ma Doris proprio certe volte era insopportabile, le piaceva spesso provocare o dare fastidio. Entrai in casa e sospirai pesantemente -Cosa è successo?- sobbalzai alla provvista comparsa di Eirik, aveva la testa che sbucava dall'entrata del salotto e mi guardava con un'aria curiosa. -nulla, ho incontrato le nostre cuginette- constatai -tu invece sei pronto per andare?- chiesi ammiccando verso di lui. -si tranquilla, mi metto la giacca e poi possiamo andare- si avvicinò e si vestì. Mi aprì la porta come un vero gentiluomo e ci dirigemmo in paese come il giorno prima. Quando trovammo la piccola agenzia che si occupava delle case che ancora erano da affittare, entrammo e subito mi stupì di quanto fosse bella quell'ufficio. Prima era Ruven che si occupava delle case, ma poi vide che i lavori erano troppi, così decise di dare il lavoro ad un uomo di cui si fidava. Quando in realtà poteva darlo a me, ma lasciamo perdere. Comunque ogni volta che c'erano aggiornamenti sulle case del branco, lui le riportava all'Alpha, così alla fine l'uomo si tenne questo lavoro. -buongiorno- salutai guardandomi attorno. Le pareti erano bianche, il tetto era pieno di travi in legno, lo stesso materiale di cui era fatto il pavimento. Aveva delle finestre piccoline con dei fiori colorati sul davanzale, rendendo tutto più caldo e accogliente. -buongiorno- salutò agitato l'uomo vedendoci. Si alzò bruscamente dalla sedia, che per via del movimento improvviso indietreggiò facendo rumore. Si inchinò, era visibilmente sorpreso dalla nostra visita, e sembrava che la nostra presenza gli faceva venire ansia. -Posso aiutarvi in quale modo?- continuava a contorcersi le dita e questo mi fece ridacchiare. -tranquillo- sorrisi caldamente avvicinandomi seguita dalla figura possente di Eirik, era senza dubbio più alto ed impostato di me, e se qualcuno ci avesse visto da dietro, con la sua stazza mi avrebbe sicuramente coperto. Aveva delle spalle larghe che avrebbero potuto proteggere chiunque da qualsiasi cosa. -Volevamo chiederle se per le Olimpiadi della prossima settimana, era disposto ad ospitare nelle case che affitta ai nostri branchi ospiti- -oh! Ma certo! Vi do subito le chiavi e vi faccio fare un giro casa per casa- era eccitato. Prese un fazzoletto di stoffa e cominciò a passarselo sulla fronte che aveva cominciato a sudare. -perfetto, allora quando è pronto noi la seguiamo- disse Eirik e mi sembrava di sentire nel suo tono un'aria divertita. Mi girai dalla sua parte e lo vidi sorridere sotto i baffi. Fortunatamente il proprietario dell'agenzia era occupato a prendere le chiavi. Lo guardai con un'aria di rimprovero, anche se non ci stavo riuscendo ad essere seria...
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