Mi svegliai di soprassalto, cercai di capire che ore fossero. Mi alzai dal letto e subito mi diressi fuori dalla mia stanza, superai velocemente il corridoio e scesi le scale, indossai velocemente la mantella.
-dove vai?- sbucò Eirik all'improvviso che mi fece sobbalzare dallo spavento. Vedendomi ridacchiò e si avvicinò di più -scusa, non volevo spaventarti- mi posò la sua mano sotto il mento e passò il pollice sulla guancia e avvicinò il suo viso al mio -mi dispiace per prima- mi baciò la fronte.
Sorrisi per la dolcezza e delicatezza di mio fratello -tranquillo- risposi, per poi farmi accarezzare dalla mano calda sin Eirik.
-mmh... mmh...- io e Eirik ci girammo verso il rumore. Ruven si presentò davanti a noi. Si era appena schiarito la voce per catturare la nostra attenzione. -dove stai andando?- chiese con il suo solito tono freddo.
Lo guardai per qualche attimo in completo silenzio, poi guardai Eirik, che vedendomi ricambiò il mio sguardo -vado a prendere Evan- dissi e lui annuì accarezzandomi ancora una volta la guancia facendomi sorridere. Appoggiai la mia mano sulla sua per salutarlo e poi mi girai ed aprì la porta per poi richiuderla alle mie spalle e respirare l'aria pulita che mi circondava.
Non c'era molto freddo fuori, anche perché era primavera, ma l'aria era ancora un po' fresca. Le giornate erano più lunghe e ciò faceva si che ci fosse ancora quel leggero calore che bastava per stare bene all'aria aperta.
Mi diressi dai cuccioli, entrai nella piccola casa dove c'erano due donne che li tenevano e mi guardai intorno dopo essere arrivata nella stanza dove c'erano tutti i bimbi che giocavano. Stavo cercando fra i tanti cuccioli il mio Evan.
-mamma!- urlò e mi saltò addosso senza che me ne accorgessi, troppo concentrata a cercarlo.
-ciao piccolino mio!- lo salutai, gli diedi un bacio fra i capelli e lo accompagnai a vestirsi.
-Buonasera Narah- mi salutò una delle donne che accudivano i cuccioli. Era una ragazza giovane rispetto alle altre. Era mora, di bassa statura con un fisico snello. Per quanto la conoscevo era molto brava con i bambini e penso che sarebbe stata una buona mamma se avesse trovato il compagno.
-ciao Helen- le sorrisi, mi chinai arrivando all'altezza di Evan -tesoro, vai a metterti la giacca e le scarpe- dissi al piccolo, mi rialzai e vidi che si avvicinò al suo armadietto per poi vestirsi.
-allora, come è andata oggi?- chiesi alla giovane.
-oggi tutto bene, si è divertito un sacco insieme agli altri- disse sorridendo -te invece come va?- domandò Helen sorridendomi e congiungendo le sue mani incrociando le dita fra di loro. Per via del movimento, si sentirono i braccialetti che portava al polso fare un suono alle mie orecchie delicato e stupendo.
-da noi tutto bene grazie. Qui come siete messi invece? So che avete trovato un altro cucciolo...- chiesi con sguardo dispiaciuto, non sopportavo il fatto che abbandonassero dei poveri cuccioli nel bosco.
Spesso non erano cuccioli di licantropi, ma anche di altre razze. Li prendevano e li accudivamo nel nostro branco, credendoli con la nostre tradizioni e modi di fare. Molti dei cuccioli che crescevamo, avevano deciso di restare nel nostro branco, aiutandoci con la loro magia quando più né necessitavamo.
Tempo fa avevamo trovato due sorelle fate ferite nel bosco, così le curammo, e mi ricordo che ci dissero che loro sarebbero state le nostre guardiane dei confini del branco, dicendo che volevano ripagare tutto quello che noi avevamo fatto per loro.
-dai... c'è la caviamo e facciamo quello che riusciamo a fare- rispose sorridendo nel vedere Evan che mi correva incontro felice.
-mamma! Mamma! Andiamo?- chiese tirandomi la mantella incapace di aspettare.
-si tesoro, adesso andiamo- gli scompigliai i capelli e si mise a ridere -ciao Helen, buona serata a tutte voi- salutai la giovane e ci dirigemmo fuori dell'edificio.
Quel posto era un nido per tutti i bambini del posto, oltre che una casa dove stavano i cuccioli senza genitori, per via della morte di quest'ultimi o per essere stati abbandonati.
Diedi la mano ad Evan -dove andiamo mamma?- mi chiese sorridendomi il piccoletto. Ogni volta che rideva comparivano sulle sue guance due splendide fossette. Le adoravo. Era un bimbo molto intelligente ed educato. Lo avevo cresciuto in modo che fosse gentile e aperto con tutti.
Aveva vissuto con l'amore di tutti, aveva anche imparato ad amare Ruven, nonostante anche con lui fosse severo. Forse perché era una "cosa mia". Possibile che a Ruven non facessero tenerezza i bambini? e in questo caso, non si farla di un bambino chiunque, ma suo nipote.
Evan era sempre molto affettuoso nei confronti dei suoi zii, gli abbracciava spesso e si trovava bene con loro. Però sapevo e mi aveva confidato in 'gran segreto' come aveva detto lui bisbigliando, che preferiva Ruven, era molto curioso su tutto ciò che comprendeva il suo lavoro, quando era a casa il fine settimana, spesso stava insieme a lui in ufficio, anche solo a stare seduto tutto il giorno sul divano ad osservarlo.
Ero sicurissima, e avrei messo una mano sul fuoco, che lui non avrebbe mai intrattenuto Evan con qualche gioco o parlandoci, specialmente quando faceva il suo lavoro da Alpha. Non bisognava mai disturbarlo e questo lo sapevano tutti.
-andiamo da Rafe?- chiese divertito cominciando a camminare con passi pesanti.
-no, non andiamo da Rafe- dissi accigliandomi, si annoiava sempre quando andavamo da lui, mi sembrava strano che volesse andarci e che non stesse facendo storie. -andiamo a trovare qualcun altro- dissi sorridendogli e guardandolo in attesa di una sua reazione curiosa.
-oh e da chi?- chiese portando la sua attenzione verso di me continuando a camminare. Se si fosse fatto male e si sarebbe messo a piangere non avrei potuto dirgli che avrebbe dovuto guardare davanti a sé -mamma me lo dici? Dai che sono curioso!- esclamò il bambino vedendo che non rispondevo.
-è una sorpresa- dissi con fare dispettoso. Ci incamminammo verso il bosco e quando trovammo il laghetto, ci sedemmo su una delle panchine. -sei pronto?- chiesi al piccolo.
-si!- disse battendo le mani dalla felicità, e questo gesto mi fece sorridere e riempire il cuore di felicita e amore. Fischiai il medio ed il pollice in bocca, fra le labbra. -e adesso che succede mamma?- chiese curioso e quasi deluso Evan.
Ridacchiai -aspetta qualche secondo amore, deve rimanere un segreto fra di noi va bene?- chiesi guardando il cucciolo.
-si va bene- disse annuendo frettolosamente con la testa. Forse per il fresco o per l'emozione che stava provando. Proprio qualche secondo dopo sentimmo delle foglie muoversi, uno scrosciare -mamma cos'era quel rumore? Ho paura- disse avvicinandosi a me a stringendomi il braccio.
-tranquillo Evan, guarda...- dissi alzandomi e avvicinandomi al cespuglio, mi chinai sulle ginocchia a due metri di distanza e allungai la mano verso di esso -vieni Jin, c'è qualcuno che ti voglio far conoscere- dissi. Dal cespuglio uscì il mio lupo.
Avevo ereditato da mia nonna il suo potere, come aveva detto la Dea Luna, aveva detto che sarebbe stato tramandato in generazione in generazione ad una femmina della famiglia, e nel caso c'è ne fossero state più di una, il potere sarebbe andato alla prescelta.
-ciao bello- presi il suo muso fra le mani e cominciai ad accarezzarlo. Jin cominciò a leccarmi la faccia facendomi ridacchiare -dai, vieni qui...- dissi portandolo vicino ad Evan. -tesoro, lui è Jin, un mio amico. Ti ho raccontato la storia della nonna. E il suo potere è stato tramandato a me- spiegai sedendomi di fianco a lui.
-davvero mamma?- chiese eccitato e cominciò ad accarezzare Jin e a giocare con lui. Mi rendeva felice vederlo così spensierato e tranquillo. Il mio potere doveva rimanere nascosto da tutti, poiché qualsiasi persona lo bramava e avrebbe fatto di tutto pur di distruggere il mio branco. Avrebbero addirittura potuto rapirmi. Ed io avevo il compito di mantenere mio figlio e specialmente la mia famiglia al sicuro.
Nel frattempo che Evan passava il tempo giocando con i cuccioli del branco di Jin che ci aveva raggiunto piano piano, il sole tramontò senza che ce ne accorgessimo e passò il tempo in fretta. Cominciava a fare fresco così chiamai Evan per incominciare ad incamminarci verso casa.
-Evan dobbiamo andare! È tardi e domani devi andare di nuovo a scuola!- lo chiamai alzando leggermente la voce per farmi sentire da lontano.
-si mamma arrivo!- disse correndo verso di me, lo vidi venirmi in contro e gli sorrisi accogliendolo fra le mie braccia -eccomi, possiamo andare, ciao cuccioli!- salutò con la manina i piccoli batuffoli di pelo che anche loro stavano andando dalle loro mamme.
Io nel frattempo mi avvicinai a Jin -ciao, ci vediamo presto eh!- gli accarezzai il muso ancora una volta e mi ritrovai con la sua lingua sulla guancia che aveva appena sbavato. Strizzai gli occhi e sentì Evan ridere per la faccia che avevo appena fatto. Avere dei lupi come amici era una cosa positiva, come se avessi un cane.
Molto spesso, prima di avere con me Evan, venivo qui nel bosco per stare in compagnia di Jin, per staccare un po' dall'ambiente di casa mia, da mio fratello Ruven e dai miei genitori. Sospirai pesantemente e con il mio piccolo ci incamminammo verso casa.
Ormai era passata l'ora di cena, e mi chiesi come abbia fatto a non accorgermene, dopotutto dovevo sbrigarmi ad andare a casa per preparare qualcosa da mangiare ad Evan, magari stava morendo di fame e pur di continuare a giocare non mi aveva detto nulla.