XXXII. Il 13 agosto ci risvegliammo di buon mattino. Si trattava d’inaugurare un nuovo genere di locomozione rapida e poco faticosa. Un albero fatto di due bastoni lapazzati, un’antenna formata d’un terzo bastone, e le nostre coperte ad uso di vela componevano gli attrezzi della zattera. Non mancavano le corde, ed il tutto era solido. Alle sei il professore diede il segnale dell’imbarcazione. I viveri, i bagagli, gl’istrumenti, le armi ed una gran quantità di acqua dolce erano a posto. Hans aveva preparato un timone che gli permetteva di dirigere il suo apparecchio galleggiante. Si mise alla barra; io staccai l’ormeggio che ci tratteneva alla spiaggia, mettemmo le vele al vento e ci scostammo dalla riva. Nel momento di lasciare il piccolo porto, mio zio, che aveva cara la sua nomenclatu