11. THE VOICES (once again)

1174 Parole
Non era nervoso. Lo era parecchio, ma non doveva esserlo, non era normale che stesse per dare di matto solo perché stava per entrare a casa di Edward e avrebbe conosciuto la madre e la sorella. L'incontro con Michael era stato imbarazzante, non immaginava come sarebbe stato il prossimo. «Non essere nervoso, sono due persone come me e te, forza.» lo risvegliò dai suoi pensieri Edward, lasciandolo di stucco. Come faceva a sapere che era nervoso? Era così trasparente? «Non sono nervoso, solo che stai praticamente portando un estraneo in casa.» borbottò seguendo il riccio quando questi aprì la porta di casa spostandosi di lato e togliendo le scarpe. William lo imitò poggiando da parte le proprie scarpe e «Sei già stato qui e non sei un estraneo. Al massimo potrei soprannominarti "Ansia" perché si, sei un'ansia continua, cucciolo smarrito.» lo prese bonariamente in giro Edward, ridendo e facendogli cenno di seguirlo mentre entrava in cucina urlando «Mamma sono a casa!» nonostante la donna fosse a qualche metro di distanza. Quest'ultima sobbalzò rischiando di far cadere la teglia coi biscotti che stava infornando e chiuse il forno appena in tempo prima di venire quasi travolta dalla figlia maggiore che «Hai portato il tuo amichetto, piccolo Dudu?» sfotté il fratello, ammiccando. William guardò i tre e non poté negare che si somigliassero in maniera spaventosa, in particolare Edward e la sorella. Erano due gocce d'acqua, avrebbero potuto essere gemelli. «Rachel, non cominciare e Edward, ti ho detto mille volte che non c'è bisogno di urlare quando entri in casa, per tua fortuna sono ancora giovane e sento abbastanza bene.» li rimise in riga Caroline, voltandosi poi verso William, «E tu devi essere William, giusto? Ciao tesoro, io sono Caroline, la madre di Edward, è un piacere conoscerti di persona e non attraverso storie-» sembrò combattuta, si morse nervosamente il labbro ed Edward le lanciò un rapido sguardo accusatore, così la donna si limitò a forzare un sorriso, «Le storie di Edward. Parla tanto di te.» riprese, ampliando il sorriso che a William sembrò sempre più forzato e finto. «Piacere mio, Signora Adams.» le strinse la mano titubante e poi fece lo stesso con la sorella del riccio, che sembrò molto più amichevole e rilassata della madre. «Vi fermate a cena quindi?» li interruppe Caroline, rivolgendogli uno sguardo curioso e stendendo la pasta per altri biscotti. William si voltò verso Edward, «Non perdi tempo nell'organizzarmi la giornata, vedo.» scherzò, sorridendo. Edward alzò le spalle, «Lo so, sono fantastico. Comunque si mamma, stiamo a cena ma ora andiamo a studiare o non finiremo mai questo dannato progetto.» «Dudu, sappi che dopo entrerò in camera tua per portarti i biscotti, quindi se "studiare" è sinonimo di scopare come l'ultima volta, chiudi almeno la porta a chiave.» lo riprese Rachel, beccandosi uno schiaffetto sulla nuca dalla madre e uno sguardo esasperato del fratello, «Almeno io ho una vita sessuale attiva.» la sfotté Edward, facendole l'occhiolino ed uscendo dalla cucina seguito da un allibito William. Edward non voleva scopare, vero? Non gli sarebbe di certo dispiaciuto fare qualcosa con lui, era pur sempre un ragazzo bellissimo, ma sarebbe sembrato strano perché...beh perché Edward era Edward. «Ti prego, ignora quella pazza bionda che è mia sorella perché ha seri problemi mentali e niente paranoie, okay Will?» disse Edward frenando i suoi pensieri in partenza. William ridacchiò ed annuì entrando nella camera del riccio e poggiando lo zaino a terra accanto a quello nero dell'altro, per poi prendere i libri e quaderni che avrebbero utilizzato, mentre Edward si sedeva sul letto e accendeva il pc. «Hai davvero scopato con qualcuno fingendo di stare studiando?» chiese dopo un po' William sedendosi accanto a lui ed aprendo il libro di storia. Edward annuì, «Precisamente con la ragazza con cui mi hai visto il primo giorno di scuola.» spiegò distrattamente, inserendo la password nella schermata del computer. William fece mente locale ricordando la bella mora con cui stava limonando il riccio, poggiato contro l'armadietto che William pensava fosse suo. Sembrava essere passata un'eternità da qual momento. «State insieme?» chiese curioso. «No, abbiamo scopato una volta e credo che sia finita lì.» rise Edward. William scosse la testa, «Capito. Cominciamo?» cambiò rapidamente discorso e prese a scorrere rapidamente le pagine del libro, fermandosi quando la mano di Edward afferrò con delicatezza la sua, «Tutto bene?» chiese il ragazzo, cercando il suo sguardo. William guardò le pagine ricoperte di scritte senza riuscire a cogliere una sola parola, proprio come stava succedendo all'interno della sua testa: non riusciva a cogliere una sola lettera per riuscire ad esprimersi. «William?» lo richiamò Edward, accarezzandogli il dorso della mano. Il ragazzo si voltò ritrovandosi il viso di Edward vicino, troppo vicino perché la sua sanità mentale riuscisse a ritrovare il collegamento con la bocca o con qualunque arto. «Se ti baciassi sarebbe un problema, vero?» chiese Edward, continuando a guadarlo. William annuì piano, riprendendosi per un momento dalla sua trance e guardando dritto negli occhi verdi del riccio, non riuscendo a distogliere lo sguardo. «Quindi non dovrei farlo.» continuò il riccio, avvicinandosi comunque. William annuì nuovamente mentre le parole di Kyle e James gli rimbombarono in testa, seguite da quelle di Edward, amplificate dagli occhi verdi puntati su di lui come due fari accecanti. “Vorrei che tu ti fidassi di me. Cosa posso fare per far sì che accada? Non ho intenzione di ferirti e se ciò accadesse, sarebbe sicuramente a fin di bene. Devi solo fidarti di me.” Mise fine alla moltitudine di voci quando poggiò le labbra su quelle del riccio, che si sporse a sua volta verso di lui ricambiando subito il bacio e circondandogli la vita con un braccio, attirandolo a sé e facendo cadere il libro a terra, mentre il computer cadde dalle gambe del riccio e finì sul lato del letto quando Edward si mosse rapidamente andando a cavalcioni del liscio, lasciando che questi finisse steso sulle coperte, mentre la lingua del riccio gli invadeva la bocca incontrando la sua e giocandoci. Non devi fidarti di loro. Lasciò che Edward spostasse le labbra lungo la sua mascella, irrigidendosi non appena riprese un minimo di lucidità. Il riccio si fermo subito e spostò le mani intente ad accarezzargli i fianchi, «Scusa, non volevo esagerare ma era da tanto che aspettavo questo momento.» si scusò, sorridendogli imbarazzato. William spostò lo sguardo altrove, troppo imbarazzato per parlare e pian piano tornarono a sedersi normalmente sul letto. «Sto per entrare; ripeto, sto per entrare!» gridò Rachel, interrompendo il momento che si era creato ed entrando in camera con un vassoio di biscotti e del succo, che poggiò sulla scrivania. Li squadrò per un momento per poi, «Cazzo, è palese che vi abbia interrotti» osservare, ridendo tra sé e sé e uscendo subito dopo chiudendosi la porta alle spalle. «Voglio sotterrarmi.» disse William, nascondendo il volto tra le mani. «È solo il suo modo di mostrare affetto, ci farai l’abitudine.» replicò Edward, abbracciandolo e tirandolo sopra di sé, per poi lasciare un bacio tra i suoi capelli.
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