19. THIS LOVE (first time)

1293 Parole
«Aspetta.» disse Edward, alzando una mano e ponendola dinanzi al viso di William fermando il ragazzo che ammutolì e lo guardò aspettando che parlasse, «Mi vuoi dire che qualcuno ti sta seguendo, spiando, inviando messaggi anonimi, tra cui "DEBITO SALDATO" che chiaramente allude a qualcosa che ha a che fare con tua madre e tu non me ne hai parlato per non farmi preoccupare? Cazzo William, sei il mio-» agitò la mano nervosamente, «un mio amico, se non ne parli con me con chi devi farlo?» concluse esitante, guardando la foto e i fogli davanti a sé scuotendo la testa cercando di elaborare una possibile spiegazione su tutto quel casino. William alzò le spalle, «Non vorrei che se qualcuno ce l'avesse con me se la prendesse anche con te.» disse soltanto, sorridendo quando sentì un movimento davanti a sé seguito dalle labbra di Edward premute sulle sue. Il riccio si allontanò un poco, sfiorando le labbra fini del ragazzo con le proprie e sorridendo contro queste facendo sorridere William a sua volta. «Distrarmi non mi farà preoccupare meno.» mormorò William, poggiando la schiena contro l'albero dietro di lui e ricambiando i baci a stampo che Edward continuò a dargli comunque, «Non voglio distrarti, solo che a volte dici certe stronzate colossali e voglio dimenticarmene baciandoti.» lo prese in giro ridendo quando William gli colpì il petto, «Che ho detto di così esilarante?» chiese punto sul vivo. Edward lo guardò esasperato, come se avesse dovuto spiegare cose elementari e indicò i fogli accanto a loro, «Tu ci sei dentro, io ci sono dentro. William, forse non hai capito: io voglio esserci per te, sia nelle crisi da liceale che in questi momenti. Okay? Io sono qui per ogni singola cosa, posso aiutarti e voglio farlo perché io-» William gli mise una mano sulla bocca, «Non dirlo.» sussurrò, tremando appena, «Ti prego no.» ripeté, togliendo la mano solo dopo che Edward ebbe annuito confusamente. «Posso sapere che ha di male quella parola? La gente farebbe la fila per sentirsela dire dalla persona che frequenta e tu-» «Ci frequentiamo?» chiese William, con una punta di ironia nella voce che fece sbuffare Edward, «Si e mi sono stancato di minimizzarlo William. Io so che non dovremmo stare insieme ma-» «Non dovremmo stare insieme? Perché partirò?» lo interruppe William, guardandolo con evidente curiosità e voglia di capire. Edward sembrò indeciso sulla risposta, quasi confuso nel darla, per poi «Sì, per questo.» dire sbrigativo e William scosse la testa con disappunto. «Stai mentendo. O hai mentito in precedenza. Mi hai detto che non me ne sarei andato e ora stai dicendo ciò. Sei contradditorio o menti e basta?» chiese William, guardando il riccio con la fronte aggrottata e un nodo alla bocca dello stomaco che lo portò ad abbassare lo sguardo. Edward sospirò, «Will, devi solo fidarti di me.» lo rassicurò, ottenendo la reazione opposta a quella che sperava. William alzò lo sguardo di scatto e probabilmente quello fu il momento in cui tutto crollò, dopo tutti quegli anni passati ad accumulare dolore, la frase di Edward fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso. «Fidarmi? Fidarmi, Edward? Ne parli come se fosse una cosa facile, come se mi stessi chiedendo di bere un bicchiere d'acqua! Conosci la mia storia. Nessuno e quando dico nessuno intendo nessuno, zero, neanche una persona, mi ha mai dimostrato che posso fidarmi della gente! Tutti se ne sono andati, chi non mi ha lasciato è come se l'avesse fatto perché io sono qui, sono solo, mia madre non so dove sia, mio padre chissà se ancora respira, Fabian è a milioni di chilometri da me e non passerà la sua intera vita dietro di me! Questo,» indicò sé stesso e il riccio davanti a lui che non osò interromperlo, «non sarà mai nulla! Cazzo, sarà già tanto se riusciremo ad arrivare a fine ottobre, sempre se resterò qui, quindi non puoi chiedermi una cosa simile. Per te sarà una cazzata ma ti posso assicurare, Edward, che non lo è. È dannatamente difficile, soprattutto se tu affermi una cosa, poi te la rimangi, cambi la versione, mandi messaggi di continuo e inventi balle su compiti e progetti di gruppo, oppure chiami chissà chi e sembri furioso e quando ti chiedo cosa succede tu mi eviti, mi distrai o fingi sorrisi cambiando discorso! Tu menti, nascondi le cose e potrai vederlo anche come un "tengo gli affari miei per me" e questo ci sta, ma non mentirmi. Non distorcere la realtà e non dire nulla che si avvicini ad una bugia, perché non potrei sopportarlo ancora. Non da te.» si alzò raccogliendo le proprie cose e rimettendole nel proprio zaino, sotto gli occhi verdi spalancati di Edward, che intanto cercava di elaborare le parole del discorso di William. «Dove vai?» chiese appena notò lo zaino sparire dalla sua visuale, alzandosi di scatto e seguendo il ragazzo quando questi si allontanò. «Lontano da te.» rispose con tono infastidito il liscio, sussultando quando venne tirato indietro dalla presa ferrea di Edward sul suo braccio e si ritrovò con la schiena contro un albero. Di nuovo. Stava odiando quei dannati affari di legno. «Non posso lasciarti da solo ora. Hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino.» disse Edward, con tono duro che non ammetteva repliche. Ma ovviamente William non se ne curò spingendolo lontano da sé poggiando le mani sul suo petto, «Non ho bisogno di te e anche se ne avessi, forse continueresti a mentirmi, omettere la verità o come cazzo vuoi chiamarlo e io non ci tengo ad essere preso per il culo dall'ennesima persona che se ne andrà presto o tardi, dalla mia vita!» disse, recuperando lo zaino cadendo a terra e sbuffando quando Edward gli prese le mani tra le sue facendolo cadere nuovamente sul prato verde. «Se ritenessi importante dirti delle cose, lo farei. Se potessi aiutarti e farti sentire meglio dicendoti queste cose, lo farei. Ma l'unica cosa che posso dirti ora senza omettere verità, mentire o cambiare versione, è che ti amo.» lanciò uno sguardo infuriato a William quando questi fece per protestare, «Ti amo, capito? E non sminuire quello che c’è stato tra noi nelle ultime settimane, perché ti amo davvero, non sei una cotta, non sei un giochino passeggero, sei la persona della quale mi sono innamorato e dalla quale non voglio scappare, dalla quale non voglio allontanarmi o essere allontanato. Che tu lo voglia sentire o no. Ho fatto tutto ciò che ho fatto per amore, per te, per proteggerti e non manderò tutto a fanculo ora solo perché tu vuoi sapere delle cose che al momento non posso dirti. Io ci tengo a te, come devo fartelo capire, cazzo?» Raccolse lo zaino da terra e lo gettò tra le mani di William che lo guardava con occhi lucidi e arrossati, qualche lacrima a bagnare le gote rosse, «Quindi faremo ciò: risolveremo questa storia, riusciremo a farti stare qui, troveremo tua madre e poi ti dirò tutto. È una promessa.» giurò, guardando dritto negli occhi blu William, che annuì appena, poco convinto. «Sono cose imposs-» «Basta con questa negatività.» lo interruppe Edward, poggiando due dita sulle labbra dell'altro, che morse nervosamente il labbro inferiore, «Lo faremo, ho promesso.» disse dolcemente, abbracciandolo quando il ragazzo gettò lo zaino a terra e poggiò la testa sul suo petto circondandogli il busto con le braccia e stringendosi a lui, facendosi piccolo tra le braccia del riccio, che lo strinse baciandogli la nuca. «Edward?» mormorò poi, senza muoversi dalla posizione assunta e continuando quando l’altro piegò un poco la testa per riuscire a guardarlo, «Non è vero che non ho bisogno di te.» disse il liscio, alzando lo sguardo sul riccio che gli sorrise. «Lo so.» disse Edward baciandogli la fronte.
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