Edward e William entrarono nella caffetteria e il riccio fece cenno all'altro di andare a sedersi, dirigendosi poi alla cassa per ordinare e pagare. William si sedette senza dire nulla, sapeva che Edward si irritava quando provava a pagare per sé e quasi sembrava sapesse che non poteva permettersi tutti quei pranzi e colazioni fuori programma. Sapeva i suoi gusti e alcune volte gli era capitato di sorprendersi quando il riccio agiva senza neanche chiedergli un parere, azzeccando ogni volta la risposta giusta. Non sapeva se esserne lusingato o spaventato. Come faceva Edward a sapere tutte quelle cose su di lui o ad averle memorizzate in così poco tempo?
«Thé con latte e una bustina di zucchero, pane tostato con burro e marmellata e uova strapazzate, tutti tuoi.» lo distrasse proprio in quel momento il riccio, poggiando il tutto davanti a lui e sedendosi di fronte al liscio poggiando il proprio bicchiere con quello che William sapeva fosse caffè nero senza zucchero (sul serio? Che schifo) e una fetta di torta al cioccolato. «Grazie.» lo ringraziò, sorridendo e cominciando a mangiare.
Edward gli sorrise soltanto e bevette un sorso di caffè, giocando con la forchettina per il dolce, prima di alzare nuovamente lo sguardo su William che mangiava indisturbato e «Senti, pensavo che siccome oggi stacchiamo alle sei per l'inventario, potresti venire da me dopo lavoro, per il progetto. Puoi stare a cena se ti va, così continuiamo anche dopo cena dato che siamo un po' indietro a causa dei turni fissi al Fast Food. Poi beh, possiamo parlare con mio padre per chiedergli di sistemare in modo più equilibrato l'orario. Insomma, sei arrivato da poco ma hai anche la scuola e quelle occhiaie mi fanno capire che dopo lavoro studi e se vai avanti così rischi l'esaurimento nervoso.» sputò fuori tutto d'un fiato, leggermente insicuro.
William lo guardò in silenzio per qualche minuto, chiedendosi seriamente se Edward fosse un sensitivo e sapesse di ciò che sarebbe successo quella sera a casa sua. Era impossibile, ma quella era più di una coincidenza. E poi cosa poteva importare ad un liceale degli "affari" di sua madre e Allen, il suo nuovo "per sempre"? No, si stava solo facendo trascinare dalle paranoie e dalle ansie, troppo sconvolto dal fatto che qualcuno poteva mostrare un minimo interesse nei suoi confronti. Diamine, era solo Edward.
«Perché no! D'accordo.» accettò dopo essersi dato qualche schiaffo mentale per aver sospettato di lui, finendo poi di mangiare. Edward sorrise sembrando sollevato, «Perfetto allora.» disse, senza perdere il sorriso che incantò William. Come poteva una persona con le fossette essere cattiva? William amava le fossette. Dio Santo, calma.
«Andiamo? Siamo perfettamente in orario.» lo spronò allora il riccio, alzandosi seguito da William, che gli andò dietro aumentando il passo cercando di raggiungerlo; Edward era più veloce a causa delle lunghe gambe che quel giorno erano fasciate da un paio di skinny blu. William cominciava a idolatrare chiunque fosse l'inventore di quei santissimi jeans. Salì in auto dal lato del passeggero e dopo alcuni minuti di guida, furono a scuola, dove le ore non sembrarono passare mai, fino all'ora di pranzo.
E in quel momento, William andò nel panico. Aveva litigato con Luke, James e Kyle ed ora non poteva di certo mandare a fanculo i suoi principi e le sue idee solo per paura della solitudine. Lui che era così abituato a stare solo, sembrava stare risentendo dell'assenza dei tre. Non poteva stare appiccicato ad Edward come una cozza; oltretutto il riccio era seduto al tavolo coi suoi amici, la squadra di football e altra gente che non conosceva, perché era il tipo popolare della scuola, mentre William il nuovo arrivato, "quel ragazzo". Avrebbe potuto mangiare da solo, o fare la figura dell'idiota andando dai tre chiedendo perdono fingendo di rimangiarsi tutto oppure andava da Edward mettendosi in ridicolo. L'ultima opzione non era neanche considerabile, la prima si e la seconda no ugualmente, dati gli sguardi- o meglio i non sguardi che James, Luke e Kyle gli avevano rivolto durante le ore in comune.
Avrebbe mangiato da solo, d'accordo, non era poi un grande problema. Fece appena in tempo a realizzare la dura realtà che qualcuno picchiettò contro la sua spalla. Si voltò e venne investito da una chioma bionda e due occhi azzurri. Luke. Era decisamente sorpreso. «Hei, non vieni al tavolo?» gli chiede il biondo, come se nulla fosse successo il giorno prima. William lo guardò interdetto e indicò il tavolo a cui erano seduti James e Kyle, «Ieri abbiamo litigato.» affermò, confuso e sorpreso allo stesso tempo.
Luke sbuffò e alzò gli occhi al cielo trascinando William con sé mentre parlava, «Non abbiamo litigato, tu hai espresso la tua opinione, forse un po' duramente ma abbiamo capito perché l'hai fatto, eppure non ci hai permesso di spiegare. Ora capirai l'odio di James; noi siamo suoi amici, dobbiamo spalleggiarlo, soprattutto su un argomento così delicato.» spiegò, sedendosi poi al tavolo al solito posto. William prese posto davanti a loro come al solito e in quel momento si accorse che a causa della distrazione provocata da Edward, si era dimenticato il pranzo. L'avrebbe saltato, pazienza.
«Non mangi oggi?» chiese Kyle, alzando un sopracciglio. William fece spallucce e li guardò in attesa di capire, di ottenere una spiegazione, eppure James lo guardava come se si aspettasse qualcosa da lui. Probabilmente delle scuse. Aveva urlato, gliele doveva.
«Mi dispiace aver urlato in quel modo ieri, ma la mia opinione e il mio punto di vista riguardo la questione "Edward Adams" non cambiano.» precisò, incrociando le braccia e sistemandosi meglio contro lo schienale della sedia. James accennò un sorriso ed annuì più rilassato, «Ne ho parlato con Luke e Kyle e sappi che per me non è facile parlare di questo episodio, ma tutti qui lo sanno, tu sei nuovo e non sapendolo non vuoi trarre conclusione affrettate sulle persone, lo capisco. Il fatto è, in poche parole, che Brandon Parker è stato con mia cugina Lessie, due anni fa.» cominciò James, «È stato con lei mentre io frequentavo il terzo anno, loro entrambi all’ultimo, frequentavano corsi insieme. Lui è stato bocciato due volte all’ultimo, per quello è ancora qui a rompere i coglioni. Ha-» si fermò qualche secondo e Kyle gli diede una pacca sulla spalla, «lui le rovinò la vita, la sua reputazione qui a scuola non era delle migliori, ma Lessie era completamente andata per lui e lo stronzo lo sapeva bene. Così invece di ignorarla facendole capire che non ci sarebbe mai potuto essere nulla se non una scopata, ha cominciato a corteggiarla, fare il carino con lei, di punto in bianco.»
William guardò i tre intuendo quale fosse il succo della situazione, «L'ha portata a letto...» provò, sospirando appena James annuì tristemente. «Magari pensi che Lessie sia stata stupida, ma lui era il suo sogno dalla prima liceo, gli andava dietro in maniera quasi ossessiva e quando si è ritrovata tutte quelle attenzioni ha ovviamente dato di matto e si è lasciata trasportare. Per questo ti dico, sanno come abbindolare le persone. L'indomani tutta la scuola sapeva cosa avessero fatto a letto con tanto di descrizioni accurate.» concluse James, non riuscendo a continuare o scendere nel dettaglio, guardando per un attimo il deficiente che aveva costretto sua cugina a dover cambiare addirittura scuola a causa della situazione insostenibile che si era creata. Lessie era stata male dopo tutto quello schifo. Era un miracolo il fatto che Brandon si fosse trovato una ragazza, Jennie, anche se dopo due mesi di relazione, era probabile che la stesse tradendo o che stesse per tagliare i ponti con lei. James non si sarebbe di certo sorpreso di una situazione simile.
«James, mi dispiace.» disse sincero William, «Non sapevo nulla o di certo non avrei insistito sulla questione, ma sei intelligente okay? E sono sicuro che puoi capire che Edward non è Brand-»
«Lui era tra quelli che prendevano Lessie per il culo, era uno di quelli che facevano battute sulla situazione e che se ne fregava delle lacrime di mia cugina o anche di altre persone con la quale il loro stupido gruppetto si divertiva. Confrontando ciò che ho visto accadere, lo stesso si sta verificando tra te ed Edward. Si comportava in quel modo sin dalla terza liceo solo per far parte del gruppetto dei fighi della scuola, William, ti prego. Credi davvero che la sua mentalità possa cambiare soprattutto stando con quegli idioti?» lo interruppe James.
William stette in silenzio sospirando pesantemente e alzandosi subito dopo, «Grazie per avermene parlato, ma ora ho davvero bisogno di stare un po' da solo, vi dispiace?» chiese, guardandoli. James si sporse verso di lui, «Will, voglio solo proteggerti e non farti finire nelle mani di quei bastardi, dico davvero.» sussurrò e il ragazzo annuì accennando un sorriso, «Lo apprezzo, grazie. Ci vediamo a lezione.» rispose, prima di uscire velocemente dalla mensa e andare in bagno chiudendosi in uno dei cubicoli, prendendosi la testa tra le mani, le dita intente a scompigliarsi i capelli, gli occhi azzurri tristi e lucidi.
Era combattuto; si era ripromesso di non avere pregiudizi e magari James poteva stare mentendo, ma perché farlo? Perché separarlo da Edward vedendo che si trovava molto bene con lui? Allo stesso tempo, perché Edward avrebbe dovuto approfittarsi di lui portandoselo a letto? Per ridicolizzarlo? Sarebbe stata solo una scopata, nulla di eclatante, alla fine. La gente si scandalizzava ancora per del normale sesso senza legami? Lui non era Lessie, non provava niente per Edward se non amicizia, o una specie di cosa simile a quella. Inoltre, Edward era almeno gay?
Doveva parlargli, poteva prevenire disastri e chiarire che non era decisamente interessato ad una scopata ma preferiva averlo accanto come amico.
Sfortunatamente, era troppo tardi per prevenire.