Damian

595 Parole
Restava immobile senza pronunciare una sola parola, fui io a rompere il ghiaccio: -Chi...Sei, che cosa stai facendo fuori la porta della mia camera?...Mi stai forse spiando?...- Chiesi in preda al panico. Evidentemente si rese conto che ero impaurita, rispose con un tono di voce stranamente molto calmo e freddo: -Tranquilla! Non aver paura, non ti MANGIO MICA. Sono il nipote del signor Mancini, la mia camera è proprio accanto alla tua. Stavo scendendo in cucina a prendermi una birra quando hai aperto la porta, logicamente mi sono fermato, non mi sembrava corretto nei tuoi confronti tirare dritto-  -C...Come è possibile?...Il signor Trudi, mi ha assicurato che oltre alle persone che mi sono state presentate, nessun altro abita al castello!- Chiesi, non soddisfatta della sua risposta -Sono ritornato da un paio di giorni, non ho ritenuto necessario avvisare, faccio ciò che voglio..Mio zio ed io, siamo gli unici proprietari del castello, quindi non devo rendere conto a nessuno dei miei spostamenti- Disse in tono acido. Era molto arrogante ed antipatico, si notava che era abituato a comandare. La paura di un eventuale licenziamento, mi fece rimediare, dicendo umilmente: -Mi scuso per il modo in cui mi sono rivolta a lei...Ma...Ieri sera, ho avuto molta paura, ho udito un forte rumore alla porta, somigliava a quello di un grosso pugno sferrato con forza- -Le tue scuse sono accettate...A proposito io sono Damian- Disse, evitando di dare spiegazioni sul pugno, passando direttamente al tu. Allungai la mano per stringere la sua che, stranamente non mi porse, la ritirai offesa -Chi si crede di essere costui, con quest'aria di superiorità?- Pensai arrabbiata, ma non lo diedi a vedere -Piacere sono Cristina, credo che lei  sia già a  conoscenza del mio ruolo al castello?...- Continuavo a dargli del lei, non me la sentivo di dare del tu, dato che mi metteva soggezione. Stranamente sorrise, il suo sorriso scopriva una dentatura bianca e perfetta, insieme al suo sguardo così intenso che sembrava volesse guardarmi dentro, ero letteralmente pietrificata, da quella rara bellezza. Quell'uomo(che non era poi così giovane) credo, sulla trentina, mi aveva letteralmente sconvolta. Emanava un fascino micidiale, e facevo fatica, a controllarne gli effetti che recava su di me. Completamente imbambolata davanti a lui attratta dal suo sguardo che magnetizzava il mio, il suono della sua voce mi riportò alla realtà -AH...CRISTINA...CRISTINA- Mentre pronunciava quelle parole, allungò la mano verso i miei capelli, prendendone una ciocca tra le dita, accarezzandola con il pollice; la portò vicino al naso e l'annusò, senza tenere conto del mio stupore per quello strano gesto. Continuò, dicendo: -Sei...Così...Giovane e PURA- Mentre pronunciava quelle parole, sembrava che la sua arroganza svanisse, lasciando il posto alla compassione. Ero sempre più allibita, mi chiedevo se costui fosse normale o fosse scappato da qualche clinica psichiatrica. Lasciò la ciocca di capelli svogliatamente, con molta calma disse: -Entra in camera e non uscirne fino a domani mattina... Mi raccomando, segui il mio consiglio-  Sembrava stranamente premuroso nei miei confronti poi voltò le spalle scomparendo nel buio del corridoio. Richiusi la porta e mi sdraiai sul letto sconvolta da quell'incontro, quella notte dormii pochissimo pensavo a Damian e a quel suo modo strafottente che mi dava sui nervi. Tutto questo era molto strano, senza parlare di quel continuo ripetermi da tutti che la notte non dovevo uscire dalla mia camera. Erano molte le stranezze di quel luogo, ciò che mi sconvolgeva di più era l'attrazione che avevo nei confronti di Damian. COSI' PERFETTO CHE NON SEMBRAVA NEANCHE REALE ED ERO CERTA CHE IL MIO CUORE NE FOSSE STATO COLPITO.
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