Non riuscivo a crederci ero giunta allo stretto di Messina, stavo veramente lasciando tutto alle spalle. Salii sul traghetto che mi avrebbe condotta all'altra sponda, la coincidenza del treno diretto in Trentino era puntuale. Trovai posto facilmente dato che il vecchio treno era quasi vuoto e avevo una cabina a disposizione tutta per me. Mi rilassai e mi appisolai tranquillamente cercando di dimenticare la tensione che mi aveva accompagnata nei giorni precedenti. Dormii per parecchio tempo appena sveglia guardai fuori ed era già buio, mi resi conto che stavo avvicinandomi a destinazione. Mi rifocillai con un panino comprato all'imbarco del traghetto e mentre mangiavo pensavo alla reazione dei i miei zii quando si sarebbero accorti della mia fuga.Tristi ricordi mi stavano riaffiorando nella mente, li scacciai sicura che non dovevo più preoccuparmi di loro due. Non avrebbero più potuto farmi alcun male, non avevano più alcun diritto su di me perché da pochi giorni avevo raggiunto la maggiore età. Guardai l'orologio erano le ventitrè passate da pochi minuti, sentii il treno rallentare, ero giunta a destinazione e mi stava ritornando l'ansia. -Se non ci fosse nessuno ad attendermi?- Pensai, in preda al panico. Il prof. mi aveva garantito che avrei trovato qualcuno alla fermata del treno, me lo aveva assicurato perchè l'abitazione dell'anziano era fuori città in un luogo molto isolato. Il treno era fermo ed io ero in preda all 'ansia causata dalla mia solita insicurezza. Avevo paura non volevo scendere e pensavo sempre al peggio, se non ci fosse nessuno ad attendermi dove sarei potuta andare? Non avevo neanche il denaro sufficiente per potermi pagare una stanza. Mentre ero impietrita dalla paura a piangere su me stessa, una voce gentile mi scosse: -Signorina...Siamo arrivati a destinazione questo treno si ferma qui...Deve scendere- Era il controllore che mi osservava incuriosito, evidentemente non dovevo avere un bell'aspetto. -Sc...usi, scendo immediatamente, stavo solo organizzando i miei pensieri- Mi alzai mal volentieri, era stupido ma mi sentivo così protetta all'interno di quella cabina ma, presi coraggio e riuscii a scendere dal treno. Faceva molto freddo era estate ma la mia giacca era troppo leggera per quella temperatura notturna e stavo tremando, quando... Udii una voce maschile alle mie spalle: -La signorina Berruti?..- Fui sollevata nel sentire pronunciare il mio cognome -Si...Si sono io- Risposi voltandomi, mi trovai dinanzi un distinto uomo di mezza età che indossava una divisa d'autista, sorridendo e prendendo in mano la mia valigia, disse: -La prego mi segua signorina che l'accompagno alla macchina- Mi sentivo meglio, quell'uomo dai modi così garbati m'ispirava fiducia, poche persone nel corso della mia vita si erano rivolte a me così gentilmente. La macchina era una berlina nera l'uomo aprì lo sportello dietro e disse di accomodarmi perchè il viaggio sarebbe stato lungo. Il tragitto era abbastanza tortuoso, sicuramente stavamo percorrendo dei tornanti di montagna ma non riuscivo a vedere bene il paesaggio perchè era troppo buio. -E' ancora molto lontana l'abitazione?...- Chiesi incuriosita. -Le consiglio di riposare perchè arriveremo in mattinata- Rispose. -In mattinata?..Ma...Quanto è isolato questo luogo?...- Domandai sfinita dal lungo viaggio. -E' nella foresta, ma vedrà che si troverà bene il castello è munito di tutti i confort- -Il castello?...- Nessuno mi aveva parlato di un castello credevo di dover andare in una casa normale -Si...Il castello, il mio padrone l'uomo di cui lei dovrà prendersi cura, è molto ricco- Disse l'autista. Rimasi perplessa da quelle novità e senza pronunciare più una parola mi distesi sul sedile cercando di riposare. Mi svegliò lo scossone della frenata, la macchina si era fermata dinanzi ad un cancello che si stava aprendo automaticamente. Non riuscivo a credere ai miei occhi quando scorsi il maestoso castello immerso tra gli alberi. La visuale che mi si mostrava davanti era stupenda quel luogo non mi sembrava reale talmente era bello, ero giunta finalmente a destinazione.