Troppe menzogne.

1080 Parole
Non riuscivo a capire come mai Damian durante il giorno non era mai presente e non si univa mai a noi per il pranzo, era come se non abitasse al castello ed il fatto mi incuriosiva molto. Non chiesi spiegazioni a Trudi non mi andava di subire un'ennesima scenata, figuriamoci se fosse venuto a sapere  che durante la notte ero scesa in cucina insieme a Damian, avrebbe sicuramente dato di matto. Dato che il signor Mancini era molto comprensivo lo chiesi a lui mentre passeggiavamo. Si volse verso di me con il suo solito sguardo profondo e disse: Capì dall'espressione di stupore impressa sul mio viso che mi restava difficile credere ad una cosa simile, così continuò: Abbassò lo sguardo e rimase in silenzio, mi resi conto che non voleva più affrontare l'argomento e che il discorso sarebbe finito lì. Era molto strano, in quel luogo poche cose erano nella normalità, ma ci stavo benissimo ed ero trattata molto bene dal signor Mancini che era sempre molto gentile con me. Poi c'era Damian e il sentimento ancora indefinito che provavo nei suoi confronti. Non volevo innervosire il signor Mancini con la mia curiosità così non toccai più l'argomento. Finalmente la giornata era terminata si era fatto buio e avevo una voglia pazza di rivedere Damian. Lo attesi per parecchio tempo in camera e, quando mi resi conto che non sarebbe più venuto decisi di andare da lui. Bussai insistentemente alla porta della sua camera ma non ricevetti nessuna risposta e da dietro di essa dissi: Nessuna risposta da parte sua, così decisi di aprire la porta per assicurarmi che non si fosse sentito male. Rimasi stupita quando vidi che non era nella stanza e ancor più strano sembrava che in quel luogo non ci avesse dormito nessuno da parecchio tempo, dato che sul letto c'era solo il materasso privo di lenzuola e coperta. -Ancora stranezze- Decisi di ritornare nella mia camera rassegnata dal fatto che quella sera non  lo avrei rivisto, mi incuriosì un bagliore proveniente dalla finestra in fondo al corridoio e andai a vedere. Non riuscivo a credere ai miei occhi, l'ala Est era completamente illuminata ed anche abitata, perchè dalle finestre si intravedevano delle persone. -Ancora menzogne- Non ne potevo più, non riuscivo a capire perché mentivano tutti e perché non potevo recarmi in quel luogo di notte. -Quel bugiardo di Damian sarà lì- Ne ero più che convinta così decisi di andare a chiedergli spiegazioni, ero curiosa di sapere come avrebbe giustificato le sue menzogne. Senza pensarci due volte scesi velocemente le scale ero molto arrabbiata ed ero impaziente di dirgliene quattro. Arrivata dinanzi alla porta che conduceva all'ala Est mi bloccò un rumore somigliante ad un verso di animale che sicuramente si trovava dietro di me. Sembrava il ringhiare minaccioso di un cane, mi voltai e mi resi conto che era  il grosso lupo che avevo visto la notte scorsa, era dinanzi a me con fare minaccioso ed ero più che sicura che non avesse  buone intenzioni. Mi sentii mancare la terra da sotto i piedi e stavo per perdere i sensi, convinta che sarei stata sbranata, ma una folata di vento gelido mi investi e mi fece riprendere. Qualcuno mi sollevò da terra e mi  poggiò sul divano situato dalla parte opposta della stanza. Prima che perdessi i sensi, riuscii a vedere la sagoma di un uomo dotato di una forza sovrumana che prendeva il lupo per il collo e lo lanciava contro la parete della stanza, poi più nulla. Quando ripresi conoscenza ero in camera mia distesa sul letto e Damian era seduto accanto a me, il suo viso aveva i lineamenti così tirati che anche se pur intontita capii che era fuori di se. Con un filo di voce chiesi: Disse Damian arrabbiatissimo, poi continuò: Gli risposi ancora frastornata: Poi scoppiai a piangere ero ancora in preda al tremore per la paura che avevo preso. Damian si rese conto dello stato in cui mi trovavo e cambiò atteggiamento si rivolse a me con un'insolita dolcezza: Mentre pronunciava quelle parole mi sollevò e mi prese tra le sue braccia, avevo il viso appoggiato al suo petto, mi carezzava delicatamente il capo spostandomi di tanto in tanto i  capelli dalle guance. L'atmosfera che si era creata tra noi era stupenda e non pensavo più al pericolo scampato, ero completamente coinvolta in un vortice di sentimenti meravigliosi e desideravo che quel contatto non terminasse mai. Mi strinse ancor di più a se poi mi sollevò il mento e poggiò delicatamente le sue morbide labbra sulle mie, rimase così per una frazione di secondo. Ero pronta a baciarlo per me era la prima volta ed ero molto felice di farlo con lui ma, con mio grande stupore, allontanò la bocca dalla mia e mi distese nuovamente sul letto. Con la voce rotta dall'emozione disse: Non riuscivo a capire il sentimento che nutrivo nei suoi confronti, nella mia tesa c'era una gran confusione, forse non volevo  accettare che mi stavo innamorando di lui. Poggiò le sue morbide labbra sulla mia fronte sfiorandola con un piccolo bacio, chiusi gli occhi ero sfinita per tutto quello che era accaduto e mi addormentai rassicurata dalla sua presenza.
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