“Allora, marito mio, come ti sono sembrate le celebrazioni del nostro matrimonio?” gli chiese Khalid accarezzandogli una guancia.
A quel tocco Marc si sentì rimescolare dentro di sé una serie di sensazioni esplosive. Il modo in cui l’aveva chiamato marito l’aveva riempito di un segreto piacere facendogli ricordare la notte in cui erano diventati amanti.
“è spettacolare. Non mi ero aspettato niente del genere.”
Da quando aveva accettato di sposarlo Khalid lo aveva tenuto a distanza si erano incontrati soltanto in presenza di altri. Quel giorno, però, gli era sempre stato vicino preoccupandosi del suo benessere.
Con suo grande sgomento rimpianse che quel matrimonio fosse soltanto una formalità perché lo desiderava con tutto sé stesso, come un’omega desiderava un’alfa.
“Sono contento che approvi.”
Marc si trattenne dal guardarlo e si concentrò sugli invitati. Non aveva mai visto così tante persone riunire in un unico posto. Il vanto tendone era pieno di gente che chiacchierava. L’odore di carne arrosto e di spezie riempiva l’aria, così come il suono della musica e delle risate.
“Non mi pare che ai tuoi ospiti importi molto il marito che ti sei scelto. Sono stati tutti gentili.” Per lui era stato un sollievo vedere i volti famigliari dello zio di Khalid, Hussein, e di suo marito Zeinab che lo aveva accolto sotto la sua ala protettiva cominciando a insegnargli la lingua e gli usi di Shajehar.
“è naturale che approvino. Non si permetterebbero mai di mettere in discussione una mia scelta.” Malgrado il suo desiderio di modernizzare il paese l’arroganza nel tono di Khalid era quella tipica di un autocrate superbamente sicuro di sé stesso.
Marc si sentì percorrere da un brivido lungo la schiena. Quanto bene conosceva l’uomo che aveva appena sposato?
“Hanno capito perfettamente che sei un’omega degno del loro sceicco. Sei bellissimo questa sera, Marc.”
Marc si voltò verso di lui. Due occhi scuri come la notte lo stavano fissando con un’intensità sconvolgente. “Non occorre che tu mi dica queste cose, Khalid. Non ho bisogno di essere accontentato.”
“Accontentato? Devi imparare a fidarti di me, mio caro. E sappi che io non mento mai.”
Però esagerava. Marc apprezzò la sua gentilezza e il fatto che cercava di rassicurarlo.
Khalid si chinò verso di lui e gli sussurrò. “I tuoi occhi sono come le stelle, la tua bocca un dolce richiamo, il tuo collo è delicato come…”
“Khalid! Per favore.” Lo bloccò Marc sentendosi rimescolare dentro a quelle parole. “Non…”
“Non, cosa?” volle sapere lui facendo una smorfia. Sembrava arrabbiato.
“Per favore non dire queste cose.” Mormorò lui guardandosi attorno. Fortunatamente gli invitati erano intenti a mangiare e a conversare e non degnavano della loro attenzione lo sceicco e il suo sposo.
“Come desideri.” Rispose Khalid. “E allora di cosa parliamo?”
Ma che cosa gli aveva preso? si chiese Mar notando il suo pessimo umore. Tutto quello che aveva fatto era vietargli di recitare la parte del marito innamorato. Sapeva che lo faceva soltanto a beneficio dei presenti e non poteva tollerarlo perché si avvicinava troppo ai suoi più viscerali desideri.
Prese il calice dorato e bevve un sorso di cordiale sperando di dare sollievo alla gola secca.
“Quanto durano i festeggiamenti?” gli chiese alla fine. All’improvviso aveva sentito una profonda stanchezza. Il rito nuziale era stato sorprendentemente breve, ma i festeggiamenti si erano prolungati per tutta la giornata. C’erano volute alcune ore solamente per accogliere gli ospiti, poi c’erano stati parecchi intrattenimenti equestri a cui aveva partecipato Khalid stesso.
“Qualche giorno.”
“Qualche giorno?” marc non riusciva a immaginare una cosa del genere. “Non credo di avere tutta questa resistenza.”
“Noi Shajehani siamo molto orgogliosi della nostra resistenza.” Gli disse lui riferendosi alla capacità di festeggiare e fornire ospitalità agli invitati per intere giornate.
“Si aspettano davvero che partecipiamo a queste celebrazioni per tutto il tempo?”
“No, le nostre usanze sono cambiate. Nei prossimi giorni sono previsti alcuni festeggiamenti. Solo stasera si andrà avanti fino a notte inoltrata. Io vi dovrò partecipare, ma tu, se ti senti stanco, poi ritirati.”
“Davvero?” Di colpo lo prospettiva di un letto divenne soverchiante.
“Vieni.” Khalid si alzò e tra la folla cadde il silenzio. Lui gli porse la mano e a lui non restò altro da fare che stringerglielo e alzarsi a sua volta. Senza dire una parola l’aiutò a scendere dalla pedana. A quel punto scoppiò un pandemonio: musica, risate e auguri.
“Cosa sta succedendo?” gli domandò Marc senza riuscire a decifrare la sua espressione.
“Mi stanno incoraggiando.” Rispose lui curvando le labbra in un sorriso. “Approvano il fatto che finalmente sto portando a letto il mio nuovo marito.”