“Eccoci, tesoro.” Marc aiutò il bambino a salire in sella al pony. Poco importava che lui non parlasse inglese e Marc arabo. Il sorriso del piccolo era più che sufficiente. Controllò velocemente che i piedi fossero infilati nelle staffe e che impugnasse correttamente le redini, poi annuì con un cenno di approvazione.
Quindi, tenendo il pony, iniziò a camminare. Subito il bambino iniziò a protestare.
“Non dargli retta, Marc.” Gli disse Khalid alle sue spalle. “Hamed sa benissimo che non è ancora in grado di cavalcare da solo.”
Marc lanciò un’occhiata al piccolo cavallerizzo, poi lasciò il cavallo. Ci fu un istante di silenzio prima che Hamed si rendesse conto che non sarebbe andato da nessuna parte.
“è tutto a posto.” Disse Marc a Khalid. “è un bambino orgoglioso e ha bisogno di un po' di tempo.”
Khalid gli sorrise con calore e Marc sentì svanire la tensione delle ultime quarantotto ore. Quel pomeriggio trascorso con Khalid e i figli di suo cugino si stava rivelando più divertente di quanto si era aspettato. Mai una volta lui aveva tirato fuori la storia del matrimonio, anche se la sua proposta aleggiava costantemente tra loro. Come al solito, stare in mezzo ai bambini gli faceva venire il buon umore.
“Vedo che te ne intendi.”
Marc si strinse nelle spalle. “In Australia mi sono occupato di un progetto di equitazione per disabili. Ci incontravano ogni due sabati e molti di loro erano bambini.”
“Ti piace stare con loro?”
“Naturalmente.” I bambini erano aperti e onesti riguardo i loro sentimenti.
“Hai sempre desiderato avere dei figli?”
“Suppongo di sì anche se non era una cosa che avevo ancora pianificato. Comunque, pensavo di averne un giorno quando avrei incontrato…”
“Il tuo alfa prescelto, giusto?”
Marc annuì silenziosamente riflettendo sulla differenza che c’era tra la realtà e le sue segrete speranze di un amore eterno. Ormai, però, era arrivato il momento di abbandonare il sogno di trovare un alfa che l’avrebbe amato per sé stesso. Adesso doveva pensare a suo figlio e non più al romanticismo.
“E tu? Volevi dei bambini?”
“Sì.” Sussurrò lui alla fine dopo qualche istante di silenzio.
Marc notò una traccia di dolore nei suoi occhi. Khalid non era un uomo facile da comprendere.
A quel punto tornò a concentrarsi su Hamed. Gli sorrise incoraggiante e iniziò a farlo girare per il recinto rammentandogli di stare seduto fermo.
Tuttavia, mentre camminava, la sua attenzione era sempre fissa su Khalid che teneva la piccola Ayisha in braccio, intanto, che le mostrava come dare una carota a un cavallo. Qualcosa dentro di lui si mosse: il grande uomo e la piccola bambina erano perfetti insieme.
Lui era paziente, gentile, attento. Sarebbe stato un padre meraviglioso e amorevole.
Quello era ciò che voleva per il loro bambino. Khalid non era come suo padre, avrebbe sicuramente incoraggiato e non distrutto le sue aspirazioni, e lo avrebbe amato indipendentemente se fosse stato un alfa, un beta o un omega.
Ma Marc avrebbe potuto accettare un matrimonio senza amore sapendo che era proprio l’amore che aveva desiderato per tutta la vita?
Perché Khalid non l’avrebbe mai amato e l’avrebbe considerato sempre e soltanto il padre di suo figlio. Su questo punto era stato abbastanza chiaro. Quel matrimonio sarebbe servito a legittimare il bambino.
Khalid lo teneva a distanza e non lo toccava mai. Avrebbe dovuto trovare il modo per sedare il desiderio fisico che provava per quell’alfa.
“Ti vedo serio.” Gli disse Khalid bloccandogli il passo. Aveva ancora in braccio Ayisha. Marc se lo immaginò mentre teneva così loro figlio. Si fermò.
“Stavo pensando.”
“Pensavi a noi.” Gli mormorò lui. “E al nostro bambino.”
Era talmente sicuro di sé stesso che lui avrebbe voluto negare. Ma a che scopo poi? Era ovvio che stesse pensando a loro. Era l’unica cosa che riusciva a fare da quando aveva scoperto di essere incinto. Non passava momento delle giornata senza che si chiedesse cosa era meglio fare.
Da una parte era terrorizzato all’idea di sposare uno sconosciuto, ma dall’altra doveva riconoscere i benefici che ne sarebbero derivati al bambino.
“Tu hai deciso.” Gli disse lui imprigionandolo con lo sguardo.
Marc ebbe un tuffo al cuore. Vero. Aveva preso la sua decisione.
“Sì, Khalid, ti sposerò.”